Elezioni. Giornalisti tappetino, stupidaggini e qualunquismo

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Le ferie invernali delle televisioni sono purtroppo terminate e tornano  ad impazzare talk show, rubriche varie, spettacolini con dentro l’intervista al politico di turno, Berlusconi e Monti che si inseguono, fanno a gara a chi fa la promessa  più avvincente. Ora per quasi due mesi  di campagna elettorale, dovremo sopportare grida,scontri  verbali, lavagne sulle quali   si addomesticano  i numeri dell’economia, sondaggi su ordinazione, alleanze che si fanno e si disfano nel giro di pochi minuti, proposte fasulle, i cento modi per affrontare e risolvere la crisi. Se il buon giorno si vede  dal mattino  ci attendono tempi  grami. Non pare che l’informazione  di quotidiani e  periodici si annunci più gradevole, se così si può dire.  Fortunato chi ha modo di leggere giornali francesi, tedeschi, americani  perfino,  con corrispondenze dall’Italia che ci fanno capire qualcosa di quanto sta accadendo  in materia di elezioni.  C’è un dato che accomuna la stampa scritta. Invece di raccontare quello che accade ,tutto lì’impegno dei giornalisti è volto a raccontare retroscena che vengono puntualmente smentiti, a fare previsioni fra le più cervellotiche, a delineare alleanze possibili e impossibili, L’uso delle virgolette per  riportare colloqui mai avvenuti sta diventando norma,pare se ne farà materia di esame per  diventare giornalisti, con il patentino rilasciato dal’ Ordine.  Si discute molto anche dei giornalisti, quelli di nome, editorialisti, commentatori che vengono candidati, alcuni in particolare nelle liste della coalizione di centro sinistra.

Intreccio fra informazione e politica
Si imbastiscono dibattiti fra i giornalisti stessi, quelli che non vengono  candidati e magari lo vorrebbero. C’ è chi dice che  la “ fuga”  verso il Parlamento è una specie di autodifesa, visto che i giornali vanno male, chiudono, licenziano, mettono in cassa integrazione. A noi pare una grande stupidaggine. La realtà è che ormai il giornalista di “ fama”, quello che sta sempre in tv non è più un giornalista, di fatto è un politico. O meglio uno che di politica ne sa più del politico. Normale quindi che si candidi. Ma questo è avvenuto anche nel passato. E se ad uno viene voglia di cimentarsi con la politica, quella buona,  di dare un contributo di conoscenza, professionale. Ciò non è un fatto disdicevole. E’ disdicevole invece che giornalisti  intervistano ,in tv si trasformino in tappetini. Invece di fare domande di incalzare l’intervistato che svicola fanno finta di niente. Prendiamo una delle tante intervista fatte a Monti.

Come si evitano domande imbarazzanti
Gli viene chiesto quale è la sua posizione sui diritti civili, le coppie di fatto, l’omofobia. Risponde che sono problemi importanti, ma non urgenti e che se occuperà il Parlamento. Il giornalista cambia argomento. Poteva chiedergli: ma la sua opinione quale  è? Se ne è ben guardato. Un altro  non riusciva trattenere cenni di assenso, aperti sorrisi, ad ogni risposta che il professore dava. Così come qualcuno quando ha detto che andava rivista l’Imu  poteva ricordargli che due giorni prima, in altra “conversazione ,“ aveva affermato che l’Imu non si può toccare. Non parliamo delle interviste, o meglio dei soliloqui di Berlusconi che tiene la scena . Certo Giletti perlomeno ci ha provato. Il cavaliere ha fatto uno delle sue solite sceneggiate, finge di andarsene, di abbandonare la trasmissione. Ma non si ne va. Forse sarebbe bene che qualcuno quando minaccia di andarsene  gli dica “ prego si accomodi”. La cosa  più grave è il qualunquismo, nelle sue varie forme, che emana dai talk show. Per fare pubblico bisogna le notizie devono essere sensazionali, devono  suscitare scontri cruenti.

Si punta alla “pancia “ del telespettatore
Perciò si punta alla “pancia” del telespettatore, all’antipolitica che  la alimenta. E’ tutto uno schifo, è tutto da rifare, tutti rubano, tutti i politici mangiano.  In uno di questi programmi si parlava della composizione delle liste. E’ tutta una presa in giro degli elettori, contano le clientele. Ma la coalizione  di centro sinistra ha fatto le primarie, il 90% dei candidati del Pd son o stati votati dai cittadini. Sì, ma , dice il giornalisti dell’Espresso, c’è la vicenda del M onte dei paschi di Siena, dove c’è scontro nei Democratici, il sindaco è stata fatto cadere. C’entra qualcosa? No. Sempre in uno di questi programmi c’è un signore che rappresenta  l’ associazione di Montezemolo. Spara a zero contro i partiti del centrosinistra, responsabili dei tanti disastri del paese così come il centro destra. Qualcuno poteva ricordare che questo signore una volta difendeva  il centro sinistra, quando era uno dei dirigenti di Italiani europei, la Fondazione di Massimo D’Alema. In buona compagnia del resto, con Rondolino e Velardi,  tantio per fare dei nomi,una volta dalemiani doc.


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