Primarie: quel pasticciaccio brutto?

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di Nadia Redoglia
Ma quale pasticciaccio?! Questa è storiaccia.
Fase (1: domenica scorsa chi andò a votare uno dei cinque, lo fece con sane intenzioni. Si sottopose a code, produsse documenti personali ed elettorali, s’iscrisse in web (in qualche paesello fu tempo sprecato: tale iscrizione fu ignorata e dunque dovette iscriversi di nuovo) o in loco, pagò i suoi 2 euro (molte coppie ne lasciarono 5 invece di 4) e si ritenne soddisfatto sentendo d’aver fatto cosa buona e giusta. Poi fu ballottaggio. Il votante di domenica scorsa venne munito di talloncino in previsione di accedervi: era così già preparato alla seconda tornata, sicuro peraltro di non dovere più fare code ché bastava mostrare il talloncino.
Fase (2: chi non votò con 5 candidati il 25/11 potrà farlo il 2/12, ma se ne cucca solo più 2! Questo è oggi il fatto. Grazie agli appelli diramati perfino a pagamento (!?) dal Renzi secondo estratto, ‘ste primarie si stanno risolvendo con l’abituale, classico, consolidato, omologato primato da Italian style : chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, scurdámmoce ‘o passato.

Il candidato Renzi è stato ammonito, mica sospeso dalla candidatura, perciò non glie ne può fregare di meno. A due giorni dal voto in balla (pardon, ballottaggio) ancora non è dato sapere in quanti saremo a votare, rivotare e/o rivoltare.
Un consiglio: che tutte le sezioni, paeselli compresi, s’attivino per fare scorrere velocemente i muniti di talloncino da primo turno, lasciando i “mutanti” da appelli a pagamento e no a sorbirsi le code davanti a scrutatori disperati e sfasati (anche perché volontari) a spiegare loro chi può e non può votare… Se così non sarà, scordatevi che i protagonisti, peraltro paganti mica pagati, di fase 1)  siano anche disposti a farvi da comparse  gratis nella fase (2


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