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Francia al voto. Un Hollande di sinistra seduce anche la destra e gli imprenditori

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A pochi giorni dal voto di domencia 22 per le Presidenziali, in Francia è un susseguirsi di sondaggi. E il responso è talmente univoco, da far temere, forse scaramanticamente, il candidato socialista Hollande, che negli ultimi comizi ha chiesto ai suoi sostenitori di convincere gli esitanti, quel 30% di probabili astenuti, perché l’esito non sarebbe scontato. In effetti, i tre maggiori istituti di sondaggio danno Hollande in  vantaggio al primo turno (il ballottaggio si terrà il 6 maggio) sul presidente uscente, il neoconservatore Sarkozy: il 27,5 – 29,5%, comunque in salita, contro un 24,5 – 27,5% per Sarkò, sempre in calo. Tutti poi danno al ballottaggio vincente Hollande con il 56% dei voti contro il 44% per il “Louis De Funés” che risiede ancora per poco all’Eliseo, come viene sarcasticamente definito Sarkò.

Anche se fa paura al candidato di sinistra il tasso di astensionismo, lo stesso terrore ora sembra si stia impadronendo anche del suo rivale presidente. E’ difatti dal suo bacino elettorale che il neoconservatore deve temere un’emorragia di proporzioni inaspettate. Alcuni ministri del governo dell’ex-presidente gollista Chirac (come Corinne Lepage, l’allora Segretario generale all’Eliseo, Frédéric Salat-Baroux, il suo « ghostwriter, Jean-Luc Barré, due altri stretti consiglieri, come Laurent Glépin e Hugues Renson ), addirittura sua figlia, Claude, con il marito si sono dichiarati a favore di Hollande. E sembra che anche il vecchio e malato ex-presidente, punto di riferimento ideale e politico dei neo-gollisti, memore della positiva « coabitazione » governativa con il vecchio segretario socialista Lionel Jospin, abbia dato indicazione ai suoi di abbandonare la vacillante goletta di Sarkò.

Da ultimo anche ex-membri del governo di Sarkò si sono schierati per il leader socialista : da Fadela Amara a Martin Hirsch. In queste ore si sono dichiarati pubblicamente a favore del programma politico ed economico di Hollande anche l’associazione della piccola e media industria e molti economisti non propriamente Keynesiani, con un appello congiunto firmato insieme ad economisti di sinistra. E poi c’è l’inquietante neutralità, il silenzio “assordante”, mostrato dalla presidente della Confindustria francese, il Medef, Laurence Parisot, che la volta scorsa aveva fatto propaganda per Sarkò, mentre ora si mantiene “neutrale”. Come neutrale sembra scorrere il fiume degli affari alla Borsa di Parigi, che non ha subito nessuno scossone in previsione della vittoria del candidato socialista, tranne perdere come le altre piazze europee per i soliti timori sulla tenuta dell’Euro, i disastrati bilanci pubblici dei PIIGS e l’assenza di un programma continentale per far ripartire la crescita e l’occupazione.

Ora, per Hollande, lo scoglio da superare è quello di raggiungere quota 30% e magari superarla di poco. Sarebbe una vittoria psicologica e una prova di forza nei confronti di Sarkò, che al ballottaggio potrebbe spianargli la strada per l’Eliseo, anche perché già adesso può contare al secondo turno dell’apparentamento con la sinistra radicale del candidato Mélenchon e dei verdi di Eva Joly. All’appello mancherebbe solo il neo-centrista Bayrou, il “Casini” d’oltralpe, tuttora indeciso se cedere ai richiami della sirena sarkosiana che gli avrebbe promesso addirittura la presidenza del consiglio dei ministri al posto dell’attuale Fillon, oppure di lasciare libertà di voto ai suoi sostenitori. Nel frattempo, i francesi si scoprono sempre più euro-critici e fortemente diffidenti della leadership teutonica della Merkel. Da sempre fieri, da sinistra a destra, della loro indipendenza e della “grandeur”, hanno mal digerito i cinque anni di appiattimento della politica sarkosiana ai voleri di Berlino. E proprio per l’invadenza germanica nella politica economica e finanziaria dei singoli paesi dell’Unione, con l’odiato Fiscal Compact (che Hollande si appresta a cancellare una volta all’Eliseo), a farne le spese potrebbe essere il “piccolo Cesare” Sarkò, che ancora adesso si dichiara “convinto che i francesi riserveranno delle sorprese”!


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