Fischi all’inno d’Italia ed autorizzazioni dalle carogne

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Tifosi che sparano ad altri tifosi, fischi all’inno d’Italia, il veto di carogne sulla possibilità o meno di giocare una partita… quello che si è consumato ieri sera è stato senz’altro l’ultimo atto di un disfacimento culturale in corso da decenni nel nostro paese. Una ciliegina sulla torta che ha donato immagini di un’Italia che non sa nemmeno più giocare. Sta per cominciare la finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina. Lo stadio è pieno di bambini e famiglie, il clima sembra esser sereno e disteso, visto e considerato che fra le due tifoserie non scorrono particolari risentimenti.
Ma proprio quando uno meno se lo aspetta vediamo immagini di un film che a distanza di anni si ripete. Un tifoso della Roma spara ad altri del Napoli ferendone uno gravemente.
Da quel momento il caos. La partita non comincia, prima bisogna chiedere l’autorizzazione al boss, quel Genny ‘a carogna la cui immagine non mette brividi di paura per la mole quanto per l’idea di come sia malsano il vivere nel nostro paese: la malavita che si insinua ovunque, come se fosse normale. Proprio ieri il Papa Francesco aveva ricordato ai tifosi l’importanza dello sport, dei valori che può veicolare e di come sia fondamentale allontanare il business sfrenato dal calcio, un business che fa crescere tumori, un business che crea patologie. Nel nostro paese il calcio è diventato una valvola di sfogo dalle repressioni quotidiane. Lo sport in fondo dovrebbe servire proprio a questo, a vivere la vita più serena, ma non solo guardandolo, menando l’avversario o insultandolo, ma sopratutto praticandolo. La sfortuna è che anche quando lo si pratica, vedi i numerosi tornei amatoriali di calcetto e calciotto, episodi di risse (con annessi regolamenti di conti post partita e bestemmie a non finire) sono pane quotidiano.
Bisognerebbe allora farsi un esame di coscienza e dare a questo sport la giusta importanza. Dare l’esempio è fondamentale quando si hanno gli occhi di una nazione puntati addosso. Il cambiamento deve però prima cominciare da ogni singolo cittadino perché non ha senso farsi prendere in giro dalle carogne e dagli ignavi che al momento comandano ogni cosa in questa nazione.

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