GUIDO SCORZA: “Agcom, è la spartizione di sempre. Speriamo sia l’ultima grande abbuffata”

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All’Authority le nomine sono compiute. A poco sono valsi i curricula arrivati in gran quantità (anche attraverso il sito di Articolo21 che alcuni giorni li aveva consegnate al presidente della Camera Fini) le richieste di trasparenza e democrazia. Abbiamo chiesto un commento a Guido Scorza, coordinatore di Open Media Coalition: “nomine alla vecchia maniera, c’è stata la spartizione di sempre”

Guido Scorza, tanto rumore per nulla, tante aspettative attorno a queste nomine, qualche movimento nell’area politica; il Pd, si potrebbe dire a giustificazione molto parziale, aveva provato a far qualcosa di diverso, ma forse non aveva una grande volontà, e comunque  non c’è riuscito. Come valutare questo giro di nomine?
“Nel modo peggiore possibile. Nomine che si sono celebrate alla “vecchia maniera”, quella della spartizione delle poltrone nel modo più occulto possibile, lontano dalla trasparenza e lontano dal merito. Forse l’unico risultato positivo è che questa volta rispetto al passato se ne parla di più e il tutto è accaduto sotto i riflettori dei media e dell’opinione pubblica. Ma c’è stata comunque la spartizione di sempre.”

L’interpretazione secondo cui il Pd ci avrebbe “provato”, mentre il Pdl avrebbe “fatto finta di non capire” è reale, o il giudizio sul comportamento del Partito Democratico rimanda  ad una piena condivisione delle responsabilità negative con il centrodestra?
“Io quello che è accaduto a monte non lo so e non riesco a valutarlo. Le primarie del Pd sono un pessimo esercizio di qualcosa di diverso e sono, anzi, la conferma migliore che il Pd si è imposto nel solco della tradizione. Perché le primarie non convocate a tempo, assolutamente non pubblicizzate e nell’ambito delle quali, a quanto risulta, si è votato sulla base di un elenco di candidati completamente diverso e assai più ristretto rispetto all’elenco presentato presso la Presidenza della Camera e quella del Senato, risultano  ovviamente un’enorme buffonata. Non hanno avuto  niente a che vedere con la trasparenza, con un procedimento meritocratico che si chiedeva di porre in essere, e che il Pd aveva annunciato “idealmente” di voler fare proprio.”

Scorza, vogliamo ricordare brevemente perché è importante l’Agcom e perché è importante l’Autorità sulla Privacy?
“Sono le due autorità che nei prossimi 7 anni governeranno l’informazione in questo Paese, sotto profili diversi: l’Agcom, dall’assegnazione delle frequenze tv, all’accesso a internet, ai costi di accesso a tutte le risorse di connettività, passando per il diritto d’autore, sarà la padrona indiscussa  nelle decisioni su chi potrà dire e “cosa” nello spazio pubblico telematico. Il  Garante della Privacy, con i suoi poteri governa il  mondo dell’informazione;  basti pensare alla vicenda delle intercettazioni che sta per diventare di nuovo di attualità: cosa si può pubblicare e cosa no, quando prevale il diritto del singolo alla riservatezza e quando, invece, prevale l’interesse pubblico; il diritto all’oblio – per citare un’altra delle grandi questioni di cui si occuperà il Garante della Privacy- , ovvero il diritto alla storia  patrimonio di tutti,  contro il diritto del singolo a rifarsi una vita al riparo dagli occhi ritenuti indiscreti dell’opinione pubblica. Tantissime le ragioni per le quali, in realtà, con il “sacco” che si è appena consumato si è dato “scacco” – se mi si passa il gioco di parole – alla libertà d’informazione nel nostro Paese. Si è ipotecato in maniera pesante il futuro dell’informazione in Italia.” 

Questo “sacco” e questo “scacco” – per usare le sue parole – ci riportano ad un’immagine forse sorpassata nella coscienza dei cittadini, ma ancora dominante: quella di una politica vecchia, vetusta e incrostata. Dentro questo ragionamento con le nomine attuali sono cambiati equilibri, oppure la politica berlusconiana dell’ultimo ventennio  nella comunicazione,  è destinata a riproporsi tale e quale?
“La mia sensazione è che gli equilibri si avviano a cambiare. Forse non sono cambiati perché, se si guarda agli eletti  nulla evidentemente è cambiato. Qualcosa però sta per cambiare, perché è fuor di dubbio che i protagonisti magri inefficaci in questo nuovo ciclo di nomine, sono stati molti di più che in passato. C’è stata la società civile che finora sulle nomine non aveva mai detto nemmeno una parola; ci sono stati molti deputati e senatori che si sono schierati dalla parte della società civile e hanno rotto le fila dei partiti, alcuni che hanno persino disobbedito agli ordini di scuderia per il voto. Quindi ci sono sicuramente nuovi interpreti e nuovi protagonisti. Sulla scena politica la mia sensazione – o meglio il mio augurio – è che quella dei partiti, o di alcuni partiti, sia stata l’ultima grande abbuffata, quella che precede l’estinzione di una razza; quindi nella prossima tornata di nomine delle autorità rientrerà  la politica, quella con la “p” maiuscola. Resteranno  anche i partiti, ma con dinamiche  completamente modificate: questi soggetti irrinunciabili nella scena politica e democratica di un Paese, dovranno  lasciarsi stravolgere – in senso positivo – dall’evoluzione dei tempi e dei costumi.”


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