Lorusso a Radio Radicale: “Per l’editoria 90 milioni già stanziati, grave se il governo non li utilizzasse”

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«Credo già oggi si possa, e anzi si debba, parlare della distribuzione delle risorse stanziate con la legge di Stabilità 2022 (90 milioni per quest’anno e 140 per il 2023) e che, come da norma, avrebbero dovuto essere ripartite su tutta la filiera dell’editoria. Questo non è ancora avvenuto. Noi crediamo che, se ci fosse la volontà politica, anche a Camere sciolte, sarebbe sufficiente un Dpcm che potrebbe dare qualche ristoro al settore. Non risolverebbe la crisi, ma sarebbe una boccata di ossigeno». Lo ha detto Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, ai microfoni di Radio Radicale.

«Riteniamo – ha aggiunto – che, in una fase di crisi strutturale duratura, lasciare inutilizzate queste risorse sarebbe delittuoso. Nel periodo che manca alle elezioni si potrebbe adottare un provvedimento di ripartizione, sostenendo sia la transizione digitale, sia l’occupazione stabile, e prestando anche attenzione al contrasto al precariato e al lavoro povero, un’emergenza per l’intero Paese e un tratto distintivo di questo settore, con intere generazioni di giovani giornalisti condannati a una precarietà senza fine».

Intervistato dal direttore Alessio Falconio, Lorusso ha quindi ricordato che «la carta stampata continua a perdere terreno, con meno di 1.200.000 copie vendute al giorno» e rilanciato la necessità del confronto con le parti sociali, Fnsi e Fieg, con l’auspicio che «con la nuova legislatura emerga la volontà politica di affrontare la crisi di un settore industriale fondamentale per la tenuta delle istituzioni democratiche».

Da questo punto di vista, ha proseguito il segretario Fnsi, «l’attuale legislatura è stata l’ennesima occasione sprecata. Nessuno dei provvedimenti a tutela dell’informazione è stato approvato dal Parlamento: dal contrasto alle querele bavaglio, alle norme più volte sollecitate dal sindacato contro il precariato dilagante. Occorre affrontare i nodi strutturali che riguardano l’informazione, la libertà e i diritti dei giornalisti. Temi come il Fondo per il pluralismo, ancora sotto la spada di Damocle dei tagli approvati dal governo Conte I e poi congelati, sono ancora irrisolti. Ci auguriamo – ha concluso Lorusso – che nella prossima legislatura trovi spazio la necessità di dare al settore i sostegni necessari per consentire ai giornalisti di svolgere il proprio ruolo essenziale per la democrazia».


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