“La mia non è una questione personale, non è una vicenda che riguardi solo me. Oggi siamo costretti a confrontarci con un livello di brutalità e di esercizio della forza, da parte del potere, senza precedenti“.
Beppe Caccia, storico attivista per i diritti umani, da una vita amico e compagno d’avventura di Luca Casarini, da sempre in prima fila sul tema dei diritti umani e della battaglia alterglobalista e oggi fra gli animatori della ONG Mediterranea, non usa mezzi termini. Lo spionaggio che ha subito, insieme a don Mattia Ferrari, lo stesso Casarini, Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino di Fanpage e Roberto D’Agostino, meglio noto come Dagospia, costituisce una ferita ma, al tempo stesso, un punto di non ritorno. A rischio, infatti, non c’è soltanto l’attività professionale di singole persone ma la tenuta stessa della democrazia, posta di fronte a una prova drammatica, mai affrontata in precedenza, nella quale sono divenuti labili i confini fra diritto alla sicurezza della cittadinanza e abuso nei confronti di personaggi sgraditi al governo.
Occhio a non sottovalutare ciò che è accaduto e sta accadendo nel nostro Paese, dunque, occhio a non lasciare sole determinate persone, occhio a non abbassare la guardia, occhio a tenere alta la scorta mediatica, occhio a non spegnere mai la luce e, soprattutto, occhio a non dimenticarsi che senza un’alternativa concreta questa destra, egemone a livello globale, continuerà a fare il bello e il cattivo anche in Italia, con conseguenze imponderabili per la comunità nel suo insieme.
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