Davvero possono continuare a dirci che siamo le Cassandre dell’informazione italiana, che vediamo fantasmi neri invece che la sfolgorante luce del cambiamento dopo che la ‘Civil Liberties Union For Europe’, in sintesi ‘Liberties’, ha reso pubblico il suo rapporto sullo stato della democrazia in Europa? Analisi cominciata nel 2019 e che quest’anno inserisce l’Italia nella lista dei cinque Paesi europei definiti come ‘smantellatori dello stato di diritto’. l’Italia è in buona compagnia: Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia.
Ovviamente il rapporto non viene ripreso, o letto, anche solo per criticarlo o contestarlo da giornali italiani, ma dal britannico ‘Guardian’ che illustra nel dettaglio come ‘Liberties’ ha lavorato per produrre questo documento così duro.
Innanzi tutto da chi e come è costituita ‘Liberties’. Ne fanno parte 43 organizzazioni che si battono per i diritti umani e che operano in 21 stati dell’Unione Europea. Poi i criteri principali su cui il lavoro d’inchiesta è stato svolto: manipolazione dei sistemi giudiziari, procedure legislative accelerate (Decreti Legge, Fiducia etc.), molestie, attacchi e minacce ai giornalisti, restrizione delle proteste pacifiche.
Sull’Italia, in particolare, l’esperto senior dell’organizzazione, Viktor Kazan, ha detto che c’è il tentativo di mettere sotto controllo del potere esecutivo, in particolare del Ministero della Giustizia, l’autonomia della Magistratura. Non solo. Si assiste ad interferenze senza precedenti da parte dei partiti al potere sui media del servizio pubblico, in particolare la censura contro Antonio Scurati e il suo manifesto antifascista a cui è seguito il procedimento disciplinare a carico della conduttrice del programma, Serena Bortone.
Interferenze, dicono a ‘Liberties’. Cosa direbbero questi stessi analisti democratici e indipendenti se dessero oggi una valutazione delle nomine in Rai decise ieri? Ora, noi possiamo anche scandalizzarci e gridare al tentativo della Meloni e dei suoi di accaparrarsi tutto il potere, ma come valuteranno queste scelte oltre Atlantico? Trump e Musk applaudiranno entusiasti e la nostra premier si sentirà ancor più tutelata. I cosiddetti moderati, quelli che un tempo si dichiaravano ed erano liberali continueranno a far finta di niente?
E da parte nostra non dovremo alzare ulteriormente la voce in vista del 25 aprile e dell’80’ anniversario della Liberazione? Anche per un’altra ragione. Dalla confusione di intenti della piazza del 15 marzo, su alcuni punti fermi noi non potremo mai retrocedere: la libertà d’informazione, una Costituzione europea scritta sulla base dei principi nati a Ventotene e resi obbligatori per tutti gli aderenti all’Ue, il recupero della dimensione profondamente democratica e diplomatica dell’Unione che ci riporti all’incontro tra i popoli e non allo scontro, l’impegno prioritario per la PACE e contro la folle corsa agli armamenti.
Su tutto questo va costruito il percorso che ‘La via Maestra’ dovrà seguire per dare alla ricorrenza del 25 aprile la sua straordinaria forza evocatrice contro ogni tentativo di ridimensionamento o revisione storica.