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Similfascismo. Come Benito Mussolini iniziò a mettere i bavagli

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Nel luglio del 1923 il Governo guidato da Benito Mussolini attuò una serie di provvedimenti per mettere il bavaglio ai giornalisti. Cominciò così la censura, senza che, in apparenza, molti se ne avvedessero né preoccupassero più di tanto.

A giugno di quello stesso anno il duce inviò una circolare ai prefetti chiedendo di avere “telegraficamente notizie su stampa locale nei confronti atteggiamento verso Governo” e l’11 luglio il Consiglio dei ministri condividendo il parere del capo del fascismo “sugli abusi a cui si abbandonano senza ritegno taluni organi della stampa italiana” , affidò, su proposta del ministro Di Cesarò, al guardasigilli, Oviglio e ai ministri Carnazza e Federzoni l’incarico di presentare per il giorno successivo uno schema di provvedimenti necessari a “prevenire e reprimere energicamente e immediatamente gli abusi e i delitti di talune pubblicazioni”.


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