Sono diventati cinque gli operai morti a Firenze. Ennesima inaccettabile strage sul lavoro

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E’ crollata una trave di cemento armato, in un grosso cantiere a Firenze per la costruzione della nuova Esselunga, cantiere dove lavoravano 50 lavoratori.
Diversi operai sono stati travolti.
Morti 5 operai, 3 erano stati estratti vivi, di cui 2 ricoverati in terapia intensiva e almeno 2 risultano ancora dispersi.
E adesso, mi raccomando, si continuino a chiamarle ancora “morti bianche”.
Quando di bianco queste morti non hanno proprio un bel niente.
Questo è un termine a dir poco assurdo ed ipocrita.
Negli anni 60, queste morti le e chiamavano omicidi sul lavoro.
Lo so che è un termine forte lo so, ma di sicuro molto più realistico del termine “morti bianche”.
Vediamo se adesso la politica italiana, dopo le solite frasi di circostanza, sarà in grado di fare qualcosa di concreto per fermare queste stragi sul lavoro. È una mattanza quotidiana, di cui si parla troppo poco o solo quando accadono tragedie enormi come quella di Firenze. Per sensibilizzare occorre parlarne sempre!
Non basta più indignarsi, chiedere che si fermi quanto prima questo triste bollettino di guerra (che non fa solo morti, rovina, famiglie e rende tanti giovani orfani e soli).
La politica italiana ha il dovere morale di intervenire, con i fatti.

Quanti morti sul lavoro ci devono essere ancora?

Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, Barberino Tavarnelle (FI)

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