In ricordo di Marisa

0 0

In tutto il percorso della mia vita politica lei c’è stata. Insieme a tante altre donne della sua generazione si è presa cura delle più giovani che si accostavano alla politica.

La ricordo il primo giorno del mio arrivo a Bruxelles nel 1989, accompagnare me e altre compagne neoelette, negli uffici e nelle sale del Parlamento Europeo per mostrarci i luoghi e le prime erudizioni sul complesso funzionamento di quella Istituzione. Non si trattava soltanto di generosità. Il suo assillo principale era quello di dare a noi gli strumenti per continuare quel lavoro che aveva portato a conquiste importanti per le donne europee.

Fin dal 1957 il Trattato della Comunità Europea prevedeva soltanto il principio della parità di trattamento economico tra uomini e donne come base su cui legiferare. Quella fu l’esile base giuridica su cui un gruppo di donne ben determinate costruì un’intera politica e ciò grazie al lavoro comune che superava l’appartenenza ai singoli Gruppi Parlamentari.

Marisa voleva che quel lavoro non si interrompesse con la fine della legislatura, un passaggio di testimone che ha portato, anche grazie a quella continuità di lavoro femminile, alla Carta dei Diritti fondamentali nei Trattati attuali.

Nella sua lunga vita politica ha lasciato il segno: dalla “sua” resistenza “senza armi”, al voto alle donne, ad ogni conquista legislativa e sociale che le donne che siano riuscite a ottenere.

Lei ci ha dimostrato che il punto di vista “di genere” -cui non ha mai rinunciato- non ha sminuito la sua autorevolezza rispetto alla politica maschile; al contrario, ha contribuito a dare senso e spessore alla politica tout- court.

Anche per questo è stata in grado di capire il movimento femminista fino ad esserne parte.

Marisa, dal dopo-guerra, ha avuto quasi ininterrottamente incarichi istituzionali: dal Comune di Roma, alla Camera dei Deputati dove è stata la prima Vice- Presidente, al Senato, alla Provincia di Roma, al Parlamento Europeo; lei è riuscita a svolgerli collegando sempre il lavoro nelle istituzioni con i movimenti anche quando, negli anni ’70 alcuni di essi, avevano un sé una carica anti- istituzionale fortissima, a cominciare dallo stesso movimento femminista .

A questo proposito, voglio concludere con un ricordo che dice tutto di lei e che porterò per sempre con me.

Era il 2001, si stavano per preparare le manifestazioni di contestazione al G8, il movimento delle donne aveva organizzato un seminario a Genova cui avevo deciso di partecipare. Raggiunsi il Palazzo San Giorgio, convinta di trovare, tra le altre, le parlamentari della sinistra elette nelle elezioni politiche che si erano appena svolte. Mi aggiravo tra le sale senza identificarne alcuna; ad un certo punto vidi Marisa seduta per terra con in mano un taccuino ed una penna con cui prendere appunti.

Ad 80 anni, dopo una storia politica così importante, manteneva la curiosità e la voglia di capire di una ragazzina che si affaccia al mondo.

Questa immagine spiega l’immensa stima e l’affetto che, insieme a tante altre, ho per lei.

Ciao Marisa.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21