Propaganda caciottara         

0 0

L’arte della propaganda ha avuto il suo primo, grande maestro in Benito Mussolini: immagini, messaggi, foto, cinegiornali a glorificarlo. Mezzo secolo più tardi il testimone è passato a Silvio Berlusconi che, pur imitando in qualcosa il suo predecessore (i caschi da operaio, la televisione al posto dei cinegiornali) ha raggiunto un sorprendente livello di raffinatezza non solo imponendo, apertamente o sottotraccia, nuovi ed economicamente interessati modelli culturali, ma anche mostrando moderazione. Come, contestualmente all’editto bulgaro con il quale scacciava dalla Rai Biagi, Santoro e Luttazzi, non si opponeva ai margini di libertà garantiti alla terza rete.

Che succede oggi? Credo che, con una parola si possa dire che siamo alla propaganda caciottara: Giorgia Meloni in tutte le salse, in tutti i tg, in versione internazionale, per far vedere che sta imparando l’inglese, subito dopo al fianco dei genitori di quella povera bimba inglese, Indy – diventata suo malgrado e dei suoi poveri cari strumenti pubblicitari di una pelosa umanità -, presidente del consiglio esaltata nelle valutazioni che di lei dà qualche giornale, accattivante, sorridente nei quotidiani video-messaggi nei quali elenca quali straordinari successi sta conseguendo il suo governo.  Questo, dopo essersi impossessata delle Tv, non solo scegliendo uomini e donne di garanzia, ma addirittura facendo scendere in campo un cosiddetto sindacato, dichiaratamente di destra, sorto con il beneplacito istituzionale e dei direttori di testata che hanno l’impudenza di spacciarsi per vittime dello strapotere dell’UsigRai. Nemmeno al tempo del SingRai si era giunti a tanto.

Bastava tutto questo? No. Perché non arrivare direttamente al cuore dei tanti anziani in fila alle poste in attesa di riscuotere la pensione? Il sì è stato immediato. Venti minuti che le sono stati concessi dalle Poste, azienda che fa capo al ministero dell’economia, insomma al suo stesso governo. Chissà che non succeda che qualche dirigente più zelante di altri non rallenti deliberatamente il disbrigo delle pratiche perché gli utenti possano ‘godere’ maggiormente del verbo meloniano.

In attesa di vederla accanto ad un luccicante albero di Natale o, chissà, fors’anche davanti ad un presepe, prometterci mirabolanti prossimi traguardi, contemporaneamente, altro che moderazione: attacchi alla magistratura, alla Costituzione, alle funzioni del Presidente della Repubblica, inni alla realizzazione in Albania di ghetti per disperati provenienti dall’Africa, e tanto altro ancora, ma sempre con un bel sorriso stampato in faccia.

Costruito lo stretto legame con le Poste, si può far peccato sospettando che il prossimo obiettivo sia che la sua effigie venga per sempre immortalata in un francobollo, come la Royal Mail ha da subito fatto per la giovanissima Regina Elisabetta?

Ma non facciamoci rovinare il Natale. Anzi costruiamo una nuova forza per contrapporci ad una maggioranza sempre più pericolosa per la democrazia. Vogliamo ritrovarci non solo per scambiarci gli auguri, ma anche per condividere speranze, obiettivi, impegni. L’occasione più immediata sarà lunedì 11 dicembre a San Teodoro. Articolo 21 abbraccerà tutti quelli che credono convintamente nella strenua difesa della nostra formidabile Carta Costituzionale che non va cambiata ma che va finalmente completamente attuata.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21