80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

1923-2023, dal bavaglio di Stato all’autobavaglio: i pericoli che corre la democrazia

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In tutti questi mesi abbiamo segnalato più volte i nuovi attacchi messi in atto da questo Governo ma anche da quelli precedenti alla libertà d’informazione. Un banco di prova è stata la norma sulla presunzione d’innocenza entrata in vigore nell’indifferenza generale e che ha visto una reazione prevalentemente solo del sindacato dell’ Odg e delle associazioni che si battono per l’Articolo 21. Si è registrata solo una timida reazione invece dei giornali e dei media. Una dimostrazione di debolezza da parte del mondo dell’informazione che è servita come lasciapassare a qualsiasi nuova stretta all’informazione attuata nel nome della riforma della giustizia che tende sempre più a tutelare i poteri forti. Anche oggi dopo il primo sì al Ddl che prevede l’ennesimo stop alla pubblicazione di intercettazioni, basta sfogliare la rassegna stampa per accorgersi dell’allarmante silenzio da parte della maggioranza dei quotidiani nazionali. Da tempo c’è uno strisciante appiattimento dell’informazione alla linea del governo che mortifica la critica e il pluralismo di idee e opinioni. Sembra quasi che ancora prima del bavaglio imposto per Ddl c’è ne sia uno molto più grave imposto dal conformismo dei media italiani. Ormai siamo ben oltre a un generico allarme dovuto all’assedio al diritto dei cittadini di essere informati già messo in ginocchio dalla crisi, dal precariato del settore dell’editoria, dalle varie e progressive nome bavaglio e da una riforma del reato di diffamazione che è ben lontana dal risolvere i problemi legati alle querele temerarie. Crediamo che senza una mobilitazione generale che parta dalla base, dalla società civile e dai cittadini, difficilmente si potrà contrastare questa deriva che colpisce la democrazia come 100 anni fa con la proclamazione durante il fascismo delle prime leggi che limitarono l’informazione nel nostro Paese. Anche allora passarono senza incontrare grandi opposizioni ma con la resistenza di poche voci critiche dei partiti che tentarono di contrastare il fascismo in piena ascesa.

*Intervento di Marino Bisso per conto della Rete NoBavaglio

(Vignetta di Mauro Biani)


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