Nomine Rai, per l’Usigrai sono “inaccettabili e senza prospettiva”

0 0

«Il Consiglio di amministrazione della Rai, riunito a Roma sotto la presidenza di Marinella Soldi, ha deliberato l’aggiornamento dell’assetto organizzativo aziendale e ha formulato il parere di competenza relativamente alle nomine dei direttori di Generi e di Testata, proposte dall’amministratore delegato Roberto Sergio». E’ quanto ha reso noto  la Rai.

«L’assetto organizzativo illustrato dall’Ad – prosegue la nota -, unitamente alla indicazione dei responsabili dell’area Corporate, introduce nuove aree organizzative, tra cui la Direzione Coordinamento iniziative strategiche quale punto di riferimento strutturato e di coordinamento delle attività riferite in particolare al Piano Industriale, al Piano di Sostenibilità e al Contratto di Servizio; nell’area editoriale radiofonica è stata creata una nuova Direzione denominata Radio digitali specializzate e podcast».

L’azienda quindi rende noti i nomi dei nuovi vertici delle testate giornalistiche: «Gian Marco Chiocci sarà il nuovo direttore del Tg1; al Tg2 va Antonio Preziosi, che lascia Rai Parlamento, dove si insedia Giuseppe Carboni; a guidare il Giornale Radio e Radio1 arriva Francesco Pionati, mentre Jacopo Volpi diventa direttore di Raisport e del relativo Genere. Per i generi Stefano Coletta lascia l’Intrattenimento Prime Time a Marcello Ciannamea e ne prende il posto alla Distribuzione. Angelo Mellone dirigerà l’Intrattenimento Day Time, Paolo Corsini l’Approfondimento; Adriano De Maio guiderà Cinema e serie Tv, Maurizio Imbriale dirigerà Contenuti Digitali. Per i canali radio, a capo di Radio 2 va Simona Sala e Marco Lanzarone assume la responsabilità della nuova Direzione Radio digitali specializzate e podcast. Infine, Monica Maggioni si insedia alla Direzione Editoriale per l’Offerta informativa».

Nel corso della seduta, «il Consiglio ha anche deliberato il rinnovo dei Cda delle società controllate, i cui organi sociali erano in scadenza: a Rai Cinema vengono confermati Paolo Del Brocco nel ruolo di Amministratore Delegato e Nicola Claudio come Presidente; Sergio Santo è nominato Amministratore Delegato di Rai Com, mentre Claudia Mazzola si insedia come Presidente. Andrea Vianello – conclude la nota – viene designato Direttore generale di San Marino RTV».

Nomine bocciate dall’Usigrai, che le bolla come «inaccettabili, senza prospettiva e inspiegabili con ragioni di natura industriale». Al Tg2, lamentano in una nota i rappresentanti sindacali, «il direttore Nicola Rao viene rimosso dopo 96 giorni dall’approvazione del piano editoriale. Quali sono le motivazioni? Per non parlare del Giornale Radio che vedrà il nono direttore in 8 anni: il segno tangibile della voracità dei lottizzatori di ogni colore politico. L’unica ratio di queste nomine è la necessità di accontentare il governo».

Nomine «inaccettabili – incalza l’Usigrai – perché a dirigere le testate Rai non c’è nemmeno una donna. Come si può pensare di “cambiare la narrazione del Paese” cancellando le donne e il loro punto di vista dai ruoli apicali del servizio pubblico? Tutto ciò, peraltro, avviene in disprezzo della nuova policy aziendale di genere, dell’impegno assunto con la campagna “No women no panel”, e del lavoro sulla gender equality. Ed è altrettanto inaccettabile che ancora una volta si chiami un giornalista esterno a dirigere un telegiornale: ma davvero fra i giornalisti della Rai non c’era nessuno che avesse il profilo idoneo? Impossibile».

L’Usigrai chiede, inoltre, se «è stata fatta un’analisi dei curricula prima di attingere all’esterno, considerato anche un debito aziendale che supera il mezzo miliardo di euro», e, infine: «Come si concilia la necessità di un progetto di rilancio della Rai di ampio respiro con nomine che, per ragioni tecniche o anagrafiche, hanno prospettiva di uno o due anni in testate strategiche come Rai Sport e il Giornale Radio? Come può pensare questo Ad di rilanciare la Rai Servizio Pubblico senza certezze di risorse, con una forza politica di governo che vuole togliere il canone della bolletta, con un contratto di servizio scaduto e senza un piano industriale? Ma come sempre – la conclusione – la priorità sono le nomine».


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21