“Partecipate e fate girare questo appello: #StopHazaraGenocide”

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“Questi video sono la mia unica arma”. Chi lo dice sa di cosa parla: Fatima è una giovane donna afgana, scappata da Kabul e fortunosamente arrivata in Italia. Minuta ma determinata, ha imparato l’inglese da bambina grazie ad alcuni missionari che erano rimasti nel Paese conquistato dai talebani. Quando gli eserciti stranieri hanno abbandonato l’Afghanistan ha capito che ci sarebbero state armi vere puntate contro di lei, e ha scelto di provare a rifarsi una vita altrove.

Anche da 7000 km di distanza Fatima continua la sua battaglia a favore delle ragazze afgane. Per esempio con video come questi. “Scusami, sono stressata, non dormo da due giorni, da quando un nuovo attentato ha ucciso decine di ragazze come me”. Si riferisce al kamikaze che si è fatto esplodere in una scuola del quartiere Dasht-e-Barchi di Kabul. Anche in questo caso l’obiettivo erano gli hazara, gruppo etnico preso di mira da sempre. Forse perché facilmente riconoscibili – “Vedi i miei occhi? Sembro una cinese”, mi dice Fatima – ma anche perché sono una minoranza sciita in un mare sunnita. Prima delle stragi compiute dai talebani, gli hazara sono stati spesso vittime di pulizia etnica: tra gli episodi storici più sanguinosi c’è l’ondata di massacri iniziata negli ultimi anni del XIX secolo ordinata dall’emiro Abdur Rahman Khan con l’obiettivo di “purificare” la componente etnica e religiosa dell’Afghanistan. Da allora le persecuzioni per gli hazara, soprattutto per le donne hazara, non sono mai finite.

#StopHazaraGenocide è una preghiera laica semplice, immediata, drammatica. Dirla in tutte le lingue del mondo – come prova a fare questo montaggio video – serve perlomeno a segnalare che questo genocidio non avviene senza testimoni, che chi si volta dall’altra parte se ne assume la responsabilità.

Chi vuole aggiungersi a questa campagna può registrare un brevissimo video che contenga questo semplice messaggio: stop the hazara genocide. I video potete mandarli a fatima.haidari2019@gmail.com

Personalmente, come direttore del Festival dei Diritti Umani, ci ho aggiunto “fermiamo tutti i genocidi”.

Questo è il video

Danilo De Biasio


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