OMISSIS, un podcast di Loredana Lipperini sui giornalisti De Palo e Toni scomparsi in Libano

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Il 1980 è l’anno in cui furono uccise persone innocenti, giornalisti, giudici, il terremoto devastò l’Irpinia, esplose la stazione di Bologna, un aereo svanì nel mare di Ustica e quattro colpi di pistola uccisero John Lennon. Tra tutte queste storie una è stata rimossa: quella di Graziella De Palo, in Libano con il collega Italo Toni alla ricerca di verità e svanita nel nulla. Italo Toni aveva 50 anni. Nel 1968 aveva rivelato per primo al mondo, su Paris Match, l’esistenza di campi di addestramento per guerriglieri palestinesi. Graziella De Palo di anni ne aveva 24 e aveva lavorato per l’agenzia di stampa del Partito Radicale e per la storica rivista Astrolabio. Da qualche tempo aveva iniziato a collaborare con Paese Sera diretta da Giuseppe Fiori pubblicando i suoi pezzi che scavavano nel mondo dei servizi segreti. La loro vicenda per troppi anni dimenticata e oscurata è stata recentemente ricostruita da Loredana Lipperini, che nel 2017 l’ha raccontata, in modo parzialmente romanzato nel L’arrivo di Saturno (Bompiani) e recentemente nel podcast Omissis (“Omissis” Graziella De Palo, una storia italiana | 02-09-2022 | Radio3.Rai.it | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound), un lavoro prezioso, realizzato dalla Rai in 5 puntate, grazie ad una straordinaria analisi storica. Questo commovente tributo che Loredana Lipperini ha scritto e realizzato, è ascoltabile su raiplaysound ed è stato presentato in un intenso live al Teatro Alighieri di Ravenna. Loredana Lipperini è stata dai 14 anni in poi, la migliore amica di Graziella, la ricorda come una brava e coraggiosa giornalista, che “sarebbe diventata sicuramente una grande giornalista- dice Loredana- se non fosse scomparsa, finita nel nulla. Quell’anno aveva scritto cinque articoli per Paese Sera sul traffico d’armi tra Italia e Medioriente, con la connivenza da parte dei servizi segreti italiani. Non sappiamo esattamente cosa Graziella e Italo stessero andando a fare a Beirut, ufficialmente erano andati a fare un reportage sui campi palestinesi, certamente c’era qualcosa di più, “qualcosa di grosso”, aveva confessato Graziella ad un’altra amica.” Graziella e Italo, alla fine dell’estate del 1980, erano partiti per il Libano per indagare sul traffico di armi tra il Medio Oriente e l’Italia, (erano gli anni del “Lodo Moro”, il patto informale di non belligeranza tra la Repubblica e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina che consentiva praticamente ai palestinesi di usare il territorio italiano come base per armi e guerriglieri in cambio della garanzia di evitare attentati all’Italia). Il 2 settembre 1980 erano usciti dall’hotel Triumph di Beirut, saliti su un auto che li aspettava ed erano spariti nel nulla. Il giorno prima si erano recati all’ambasciata italiana di Beirut per comunicare la loro intenzione di andare verso sud, nei territori dell’Olp. L’ambasciata italiana comincia a muoversi solo a ottobre, due settimane dopo la loro scomparsa Il ministero degli Esteri a Roma decide di aprire un fascicolo, affidandolo al colonnello Stefano Giovannone, capo del Sismi a Beirut e non, come sarebbe la prassi, all’ambasciatore Stefano d’Andrea. La storia di Graziella deve essere raccontata – dice Loredana-perché nella vita di una ragazza di soli 24 anni vanno ad incrociarsi tutte le oscurità della storia d’Italia: il traffico d’armi e di rifiuti tossici, la P2, Ustica, la strage di Bologna e tutto quello che sarebbe accaduto dopo. Giovannone, stando ai racconti della famiglia De Palo, ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo e sfuggente. Su questa storia- ricorda ancora Lipperini- c’è stato un lungo oblio, dovuto anche al segreto di stato apposto nel 1984 proprio su richiesta del colonnello Stefano Giovannone che è la mente nera di questa storia. Graziella nei suoi articoli, si era occupata di lui descrivendolo, senza farne il nome, come il referente delle industrie italiane di armamenti in Medio Oriente. Il segreto di stato richiesto da Giovannone, è stato prorogato ancora fino al 2030. Nel 1985 la procura di Roma dirama un mandato d’arresto internazionale per George Habbash (fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) con l’ accusa dell’omicidio di Toni e De Palo, contemporaneamente il giudice titolare dell’inchiesta in Italia chiede il rinvio a giudizio del colonnello Giovannone e del direttore del Sismi, Santovito per favoreggiamento. Giovannone muore prima di conoscere la sentenza in cui tutti e tre saranno prosciolti per mancanza di prove. L’ultima ipotesi lanciata dalla procura di Roma, nel 2019, attraverso un’inchiesta che grazie a un testimone, rimasto anonimo, ipotizza che Graziella De Palo e Italo Toni stessero indagando sulla Strage di Bologna, avvenuta esattamente un mese prima della loro scomparsa, percorrendo la via della cosiddetta “pista libanese”, ma l’inchiesta non giunge a niente, per la Repubblica Italiana non sono né vivi né morti, ma ancora sospesi nel limbo della politica internazionale e dei segreti di stato. Omissis- racconta Loredana Lipperini- racconta la storia di Graziella e Italo, ma anche la storia dell’Italia di quegli anni, cercando di capire cosa siamo stati e cosa siamo oggi.
(Foto scattata da Milvia Comastri durante il live al teatro Alighieri di Ravenna)

 


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