Atlantisti ma contro l’Europa, la tempesta perfetta

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La maggior parte degli italiani, ma direi la stragrande maggioranza, avrà dei vantaggi pratici dalla progressiva attuazione (ma ora si dice “messa a terra”) del piano di ripresa finanziato da ben oltre 200 miliardi di fondi europei, in parte a fondo perduto, in parte da restituire nel tempo. Oltre 7 miliardi alla sanità, ad esempio, gli aiuti per le bollette, la ripresa della sistemazione delle strade e soprattutto gli interventi per prevenire il dissesto idrogeologico e passare ad energie alternative. E tante tante altre cose che però la destra, che votò contro il next generation act in Europa, vuole ridiscutere al grido che per l’Europa “la pacchia è finita”.

Ai tanti cittadini italiani che non sopportano più la politica, che si sentono orfani di partiti in cui hanno creduto con passione, che pensano che “tanto è tutto inutile”, che dicono che il risultato è già scritto, ecco a questi nostri compagni di strada nel paese che potrebbe essere il più bello del mondo ciascuno di noi dovrebbe cercare di spiegare che invece è fondamentale andare a votare e votare scegliendo l’ Europa.

E’ l’Europa comunitaria la nostra ormai unica speranza, l’Europa che di fronte alla peggiore tragedia dopo la seconda guerra mondiale, quella della pandemia, ha saputo unirsi e difendersi tutta insieme, ma con la continua contestazione di quel gruppo di paesi in cui le democrazie sono apparenti perché in realtà in mano a veri dittatori di stampo reazionario. Ungheria, Polonia, Bulgaria, in particolare. I loro leader sono eletti, certo, come è eletto e con una enormemaggioranza, anche Putin, come è eletto perfino Xi Chin Ping in Cina. Non per questo tutti questi paesi sono uguali e la guerra di Putin all’Ucraina spiega tutto ciò più di ogni ragionamento.

La risposta non è l’atlantismo e la fedeltà agli USA, se poi da almeno un decennio gran parte della destra strepita contro l’Europa e finge di dimenticare che per settimane i governi di molti paesi nordici hanno cercato di non far approvare gli stanziamenti all’Italia che invece il gruppo dei paesi fondatori ha tenacemente sostenuto riuscendo a compiere un vero “miracolo”, per il quale sarebbe giusto ricordare anche le battaglie di David Sassoli e di Paolo Gentiloni, per inciso tra i fondatori di Articolo21.

Quello che corriamo è il rischio di un ritorno indietro drammatico, un pericolo mortale di isolamento in Europa, con conseguenze economiche gravissime, noi, il paese con il maggior debito pubblico nel mondo occidentale. Sento qualcuno dire perfino che in questa situazioneì chi governerà si renderà conto di tante cose, andrà a sbattere contro il muro. Non è un ragionamento, è un istinto suicida. Abbiamo ancora dei giorni per far capire agli incerti che la scelta contro l’Europa è nefasta, è la nuova tempesta perfetta per declassare l’Italia ai margini dei paesi più avanzati, è il grimaldello dato in mano a chi vuole smantellare l’Europa. Che, non dimentichiamolo, è anche uno degli obiettivi di Putin.

Credits foto Rinascita Popolare


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