Bilioteca d’Arte Skira. “Raffaello tra gli Sterpi. Le rovine di Roma e le origini della tutela”. Come nacque il concetto di “patrimonio culturale”?

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Si sente spesso dire che Raffaello Sanzio sia stato il primo Soprintendente alle antichità di Roma. Tale leggenda si basa su una famosa lettera scritta dal pittore e Baldassare Castiglione, intellettuale suo amico, al Papa Leone X, affinché si prendesse cura degli antichi monumenti della capitale, preservandoli come beni d’inestimabile valore. Tale lettera però non fu mai spedita al Pontefice, anche perché Raffello in quel periodo morì. Eppure le origini del concetto della tutela del patrimonio artistico attingono a questa premessa.

Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, direttore tra il 1994 e il 1999 del Getty Reasearch Institute di Los Angeles e tra il 1999 e il 2010 direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, è autore per le Scuderie del Quirinale del libellus “Modernità di Raffaello. Dalla lettera a Leone X alla Costituzione italiana” dedicato alla nota mostra, dove ci parla dello straordinario contributo del pittore non solo come artista ma come filosofo partendo dalla Lettera suddetta. Da tale studio è nato un testo di approfondimento, scritto con il contributo di Giulia Ammannati – insegnante di Paleografia latina alla Scuola Normale Superiore di Pisa, già studiosa di Giotto, del Duomo e della Torre di Pisa, del testo di Apuleio – dal titolo “Raffaello tra gli Sterpi. Le rovine di Roma e le origini della tutela”.

Recentemente presentato alle Scuderie del Quirinale il libro è una disamina approfondita dei rapporti intercorsi tra il grande artista e Baldassare Castiglione, letterato al servizio del Papa Leone X, e con il Papa stesso, al fine di raggiungere consapevolezza e tutela della ricchezza artistica di Roma. Concetto rivoluzionario per quei tempi ma, se teniamo conto delle diversità dell’istruzione oggi nel globo, non solo (purtroppo).

Il libro è un’analisi al microscopio dell’iter della lettera stilata da Raffaello e Baldassarre Castiglione a Leone X intorno al 1519-1520 che, pur mai spedita, ha il potere di suscitare ancora – per il tema e i protagonisti – molti interrogativi. Chi, tra Raffaello e Castiglione, ne fu il vero autore? O, più precisamente, quali i reciproci ruoli? A cosa si devono tante varianti e correzioni nei manoscritti? A chi spettava l’idea di ricostruzione in disegno di Roma antica e della tutela dei monumenti: al Papa, a Raffello, a Castiglione?

Raffello tra gli sterpi” – tenendo conto che della missiva non esiste un testo in forma compiuta – propone un esame molto approfondito a carattere paleografico e filologico delle varie stesure, nonché un confronto sinottico e genetico che riesce a individuare, attraverso le diverse scritture, sia il testo di Castiglione, sia quello su cui lavorò Raffaello negli ultimi mesi di vita. Il saggio affronta tali argomenti alla luce di un’accurata valutazione di reperti e circostanze. Indaga le rovine, le raccolte di antichità, i provvedimenti di tutela dei beni culturali dei Papi e della Roma dell’epoca, illuminando lo scenario ai tempi di Leone X, l’ottica di Raffaello Sanzio sull’urbe antica, il suo rapporto con Castiglione e l’audace progetto che uscì dal loro incontro. Nonché l’eredità intellettuale che questa missiva, mai letta dal Papa, ha consegnato alle generazioni attuali.

Biblioteca d’Arte Skira

Salvatore Settis e Giulia Ammannati

Raffaello tra gli sterpi

Le rovine di Roma e l’origine della tutela

Pag. 264 – Euro 28


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