Abbattuto il monumento Draghi: coraggio o viltà?

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Fino a pochi mesi fa era considerato un monumento di competenza, prestigio, rigore. E a sostegno del grande rispetto internazionale di cui godeva ben dieci sigle politiche – poi ulteriormente aumentate per secessioni, spacchettamenti, nuove aggregazioni – avevano costruito il piedistallo politico su cu sorreggerlo. Lo dimostrano i numeri: nel 2021, al suo insediamento, Draghi ottenne in senato ben 262 voti a favore, 40 contrari e due astensioni. Il ‘salvatore della patria’ mercoledì scorso è stato trasformato in un rejetto, abbandonato a sé stesso, affiancato da soli 95 scudieri su 133 votanti.

Non mi interessa, qui, entrare nel merito dell’operato di Draghi e del suo governo. Quel che mi fa vergognare come cittadino-elettore è il modo in cui il monumento è stato abbattuto. Non a picconate, non a cannonate, semplicemente azzoppandolo rendendo assolutamente instabile il suo piedistallo politico: presenti 192, in 59 si sono rifiutati di esprimere un giudizio, di votare. Ma allora, perché questi signori sono stati eletti? Per farsi le vacanze romane in pieno luglio? Nemmeno il coraggio di dire “un sì che sia un sì, un no che sia un no”? E nemmeno un’astensione. Mancanza di coraggio? Paura per il futuro, vigliaccheria?

Sta di fatto che l’unico Bruto che la scorsa settimana si era manifestato nelle sembianze di Giuseppe Conte nei confronti di Cesare/Draghi, mercoledì si è triplicato assumendo le fattezze anche di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. I due leader non solo sono riusciti nell’operazione politica – per loro assurda – di togliere dall’angolo in cui si era cacciato Conte, spinto probabilmente dagli interessati esponenti romani dei 5 Stelle in odio al termovalorizzatore, ma si sono buttati cuore e anima tra le braccia di Giorgia Meloni. Un patto d’alleanza elettorale in vista del pronosticato successo delle destre alle elezioni. Anche per condizionare le poltrone del futuro governo? E gli italiani, gli amministratori, i sindacalisti che temono disastri da tanta incertezza? Se ce ne ricorderemo nelle cabine elettorali, potrebbero dare una solenne lezione a questi signori che continuano a giocare sulla nostra pelle di dipendenti, pensionati, donne, giovani.

Chiudo facendo una previsione: scommettiamo che il primo incontro internazionale al quale prenderanno parte, da governanti, Salvini e Berlusconi, sarà un incontro a Mosca con Vladimir Putin con buona pace degli ucraini massacrati e pian piano dimenticati?


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