In Campania la cultura e la solidarietà, come antidoto all’orrore

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L’arroganza del male: a Pontecagnano, in provincia di Salerno, in pieno giorno, un ragazzo vestito di nero e con un trolley entra in un salone di bellezza ed uccide davanti a tutti una giovane ragazza di soli trenta anni. Così si consuma l’ennesimo femminicidio, questa volta alla luce del sole e non nascosto nelle solite quattro mura domestiche, scenario di tante aberrazioni, ma che diventa ancora più spavaldo e inarrestabile.  E si ripete anche l’orribile copione. Alfredo Erra è ancora un uomo che non riesce ad accettare il dolore dell’abbandono: quella donna la considera una sua proprietà e se Anna Borsa non sarà sua, non potrà esserlo di nessuno. La ragazza ha provato a farglierlo capire in tutti i modi. Lo aveva lasciato proprio per la sua follia di possesso, per quella violenza continua, aveva anche preso la strada per denunciarlo, ma poi era tornata indietro.

 L’anno scorso un’altra tragedia annunciata. Ornella Pinto il 12 marzo del 2021 viene uccisa con dodici violentissime coltellate davanti al figlio di quattro anni. La donna avrebbe compiuto 40 anni, purtroppo non è arrivata a spegnere quelle candeline. Perché Pinotto Iacomino, 43 anni – il suo compagno, che come Erra non aveva accettato la loro separazione – ha messo fine crudelmente alla sua vita. Un altro carnefice senza pietà. Secondo i medici, che hanno cercato invano di salvare Ornella, l’ha aggredita con una “brutalità inaudita”. Inseguendola in tutte le stanze, dove la donna cercava invano di scappare. Ornella era riuscita a fare un’ultima telefonata di aiuto alla sorella. “Mi sta uccidendo – aveva detto – chiama la polizia”.

Quando leggi queste notizie sembra tutto inutile. Nonostante gli immani sforzi della società civile, ti rendi conto che si fa troppo poco in Italia, in Campania, a Napoli.

Dove è stata massacrata alla Sanità anche un’altra donna. Si chiamava Fortuna Bellisario. Era una casalinga e affettuosa madre di tre bambini. A soli 37 anni viene uccisa, il sette marzo del 2019, da suo marito Vincenzo Lo Presto, di 43 anni, che già le aveva usato violenza e che la finisce, colpendola ripetutamente con una stampella.

In Italia tra i 295 omicidi commessi nel 2021, 118 sono stati contro le donne, di cui 102 assassinate in ambito familiare/affettivo ed in particolare 70 per mano del partner o ex partner.

Un antidoto, a tutto questo, potrebbe essere la bellezza, la cultura, la solidarietà, come quelle che porta avanti da più di quarant’anni il Gridas di Felice Pignataro (acronimo di “Gruppo Risveglio dal Sonno”), che ha colorato i muri grigi di tutte le periferie d’Italia. Conoscere Pignataro ha significato un incontro, che avrebbe cambiato per sempre la vita di chi l’incontrava. Scriveva Roberto Saviano: “Ha fatto più un solo Carnevale di Felice Pignataro per Scampia, che cento azioni di polizia”. Le belle parole e i buoni propositi, Felice non li ha relegati in una vaga ed astratta “filosofia del non-luogo”. Quest’uomo meraviglioso, magro, alto, con una faccia bella, tagliente, divertita, folle, li ha metabolizzati, sviscerati, partoriti. E questi si sono manifestati alla gente comune sotto forma di colori, maschere, fantocci, fumetti, murales, cortei carnevaleschi.

Felice è morto il 16 marzo del 2004, ma un artista da questa terra non se ne va mai veramente. La sua capacità di diffondere l’arte in qualsiasi contesto sociale sopravvive nei muri colorati dai suoi murales, nelle periferie fisiche e interiori del mondo, in tutti gli uomini veramente liberi e nella metropolitana “Felì-Metrò” a lui dedicata dalla sua famiglia e dal popolo di Scampia. Uno dei riconoscimenti principali gli è giunto da E. H. Gombrich, professore del Warburg Institut di Londra, che lo ha definito come “il più prolifico muralista del mondo”, riferendosi agli oltre 200 murales creati nei dintorni di Napoli e in altre regioni italiane. Inoltre, Pignataro ha inventato una nuova tradizione che prosegue, grazie a Mirella e a suoi figli Martina, Luca e Giovanna Pignataro e che quest’anno ha tagliato il traguardo dei 40 anni! E che Articolo21 ha voluto premiare, nel giorno in cui festeggiava i suoi primi 20 anni, con una targa a Mirella La Magna e al Gridas.

La bellezza è nei maestri di strada, nelle presidi di frontiera e diventa enorme coraggio nelle parole dei genitori di Mario Paciolla, che nonostante abbiano provato un dolore incommensurabile, con un post sui social, qualche giorno fa, non chiedono verità e giustizia solo per il loro figlio, ucciso in Colombia, ma per tutte le altre vittime innocenti.

La Bellezza, quella vera, con la “B” maiuscola è nei tanti attivisti, preti, mamme, che in questi giorni in Campania, come in tutte le regioni d’Italia si stanno attivando per i fratelli ucraini. Dalla mattina alla sera, si muovono raccolte per i rifugiati in ogni chat, vicolo, parrocchia, centri di smistamento. Partono speranze, pullman con coperte, medicinali, cibo, vestiti per bambini. La solidarietà non ha classi sociali, religione, bandiere, colori. Perché come diceva Pignataro, bisogna sempre diventare “pronto soccorso culturale” per tutti.


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