Teatro Quirino. “Servo di scena”, riduzione da non perdere su una delle più importanti tragicommedie del ‘900

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ROMA – In questi giorni è di scena a Roma al teatro Quirino, con grande apprezzamento di pubblico e critica, “Servo di scena” con la regia di Guglielmo Ferro, che nel centenario della nascita ne ha fatto omaggio a Turi Ferro, il primo interprete di questa pièce di Ronald Harwood, considerata una delle più importanti del novecento. Rappresentata per la prima volta a Manchester nel marzo 1980, “Servo di scena” da subito riscosse un plauso internazionale e nel 1983 Harwood la sceneggiò per un film di Peter Yates.  La riduzione di questi giorni al Quirino ha due grandi interpreti Geppy Gleijeses (nel ruolo dell’attore) e Maurizio Micheli (nella parte del servo di scena), Lucia Poli è Milady, moglie dell’attore protagonista.  Una versione, quella del Quirino riuscita e felice, perché pervasa da un’ironia sottile e pungente.  Tragicommedia divertente, pur toccando nodi cruciali e universali della condizione umana. Bravo l’intero cast, efficace la scenografia.

Servo di scena” racconta la giornata “finale” di un primo attore (Geppy Gleijeses), sul palcoscenico appassionato interprete di “Re Lear”, ma nel retroscena depresso e stanco, per il peso degli anni. Quotidianamente con lui è il suo “servo di scena” (Maurizio Micheli) tuttofare che lo aiuta nelle grandi e piccole cose : dal tenere alto il suo morale, al vestirsi, a fargli da suggeritore. L’attore ha i difetti delle prime donne – è narcisista e viziato – il suo servo, che gli è totalmente dedito, è l’immagine dell’amore sottomesso e tenace. Pur così diversi i due sono in simbiosi: l’uno non potrebbe fare a meno dell’altro.  Il grande interprete senza l’aiutante non reggerebbe il peso psicologico delle sue paturnie e il servo di scena, che avrebbe voluto lui stesso recitare, si alimenta, in senso pratico e spirituale, della luce riflessa del suo signore.

Due tipi psicologici opposti eppure incastro essenziale. Siamo nell’Inghilterra del 1940 e i commedianti mettono in scena il repertorio di Shakespeare per tenere alto il morale degli inglesi. Gli allarmi per le bombe risuonano durante lo spettacolo e tuttavia “the show must go on”: tutti, dalla moglie dell’attore, agli altri interpreti, al servo di scena, alla direttrice, restano in prima linea …

Inno al teatro, all’impegno culturale contro la distruttività che, ieri come oggi, incombe, “Servo di scena” è anche una grandiosa parabola, narrata con semplicità, sulla necessità che ha l’uomo di creare e trascendere se stesso, sul bisogno di essere protagonista, sulla rilevanza dei ruoli di ciascuno: il servo di scena ha un’importanza, pur nell’anonimato, che a volte supera quella della prima donna e se il servo di scena è a disposizione del primo attore, questi a sua volta ha la stessa devozione verso il suo lavoro e il pubblico. “Servo di scena” rappresenta l’ineluttabilità delle relazioni umane, la necessità di dare frutti e senso alla propria vita, si tratti di teatro o altro. Fa riflettere su come, in questo momento di pandemia, una risposta analoga e vitale sia stata l’unica possibile per la prosecuzione di ciò che è stato sino a qui edificato. L’uomo, finché respira, come il limone lunare ha bisogno del continuo fruttificare. Da non perdere.

 

Teatro Quirino di Roma

Fino al 20 febbraio

Gitiesse Artisti Riuniti   Teatro Stabile di Catania

presentano

GEPPY GLEIJESES   MAURIZIO MICHELI   LUCIA POLI

SERVO DI SCENA

di Ronald Harwood

traduzione Masolino D’Amico

con ROBERTA LUCCA   ELISABETTA MIRRA
AGOSTINO PANNONE   ANTONIO SARASSO

regia GUGLIELMO FERRO
OMAGGIO A TURI FERRO NEL CENTENARIO DELLA NASCITA

personaggi e interpreti in ordine di apparizione

Milady / Lucia Poli

Norman / Maurizio Micheli

Madge / Roberta Lucca

Sir Ronald / Geppy Gleijeses

Irene / Elisabetta Mirra

Geoffrey / Agostino Pannone

Oxenby / Antonio Sarasso

 

Lo spettacolo ha una durata di 2 ore più intervallo


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