Basta no green pass, chiamiamoli con il loro nome: fascisti. E gridiamolo alla PerugiAssisi

4 2

BASTA NO GREEN PASS, CHIAMIAMOLI CON IL LORO NOME: FASCISTI E GRIDIAMOLO ALLA PERUGIASSISI

Oggi, alla vigilia della Marcia PerugiAssisi, simbolo da sessant’anni dei valori della costruzione della pace e dei diritti umani, abbiamo assistito nella capitale e altrove, come a Milano, ad atti di squadrismo.
Ma i nostri media appaiono timidi nel raccontarli.
Proprio oggi a Perugia ci siamo confrontati e abbiamo ascoltato testimonianze sul significato della cura e accuratezza nell’informazione, a partire dall’uso corretto delle parole. Cominciamo a smettere di parlare di No Green Pass, No Vax: i responsabili di questi atti di violenza sono fascisti, nei discorsi e nei fatti e spesso lo rivendicano pubblicamente. Squadristi che irrompono nella sede del più grande sindacato italiano, violenti sui social contro chi rivendica il diritto alla protezione dei più deboli e alla sicurezza sanitaria, di tutti. Degli stessi che rifiutano vaccini, mascherine e certificazioni.
Squadristi verso i quali, pur avendo dichiarato che volevano “riprendersi Roma”, evidentemente c’è un riguardo e un rispetto che è mancato, solo per citare alcuni casi che ci sono cari, verso Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Giuseppe Uva. Aspettiamo di sentire le spiegazioni dei responsabili dell’ordine pubblico.
Le leggi per fermarli anche solo per apologia di fascismo ci sono già. E anche per ricostituzione del partito fascista: Cosa aspettiamo ad applicarle? Le inchieste giornalistiche su questi gruppi, da quelle di Paolo Berizzi a Report, a Fanpage, hanno mostrato il filo nero che lega le formazioni di oggi ai fascisti e ai nazisti di ieri. Non facciamo finta che siano bulli e tifosi senza una regia.
Siamo ancora in campagna elettorale (lo siamo sempre), chi è chiamato a votare per i ballottaggi sappia fare la scelta giusta.
Ma dobbiamo anche chiedere qualcosa a noi stessi, ad associazioni, organizzazioni grandi e piccole, sindacati, insegnanti, sanitari, lavoratori che sono presi a pretesto da questi squadristi, gli stessi membri delle forze dell’ordine sempre a contatto con il pubblico e a rischio contagio e a rischio violenze, a semplici cittadine e cittadine che non condividono questo piano per far saltare le regole democratiche: quando arriveremo a dire basta?
Basta fascisti, basta squadristi, nelle strade, nei quartieri a seminare odio e falsità, basta propaganda contro le diversità. Quando saremo noi a scendere in piazza e dire, senza violenza e portando con noi la nostra costituzione e la Carta europea, che i nazifascisti, gli omofobi, i negatori dei diritti delle donne e del valore della scienza e della conoscenza non li vogliamo più sentire?
Il primo appuntamento è già fissato: domenica 10 ottobre da Perugia ad Assisi, troviamoci uniti contro il fascismo che avanza.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21