Lo squadrismo fascista. L’individualismo no vax

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Stanno tornando! Stanno tornando” dice il mio edicolante, lucido e preoccupato, mentre mi mostra i titoli dei quotidiani sulla guerriglia romana. Non è difficile capire a cosa si riferisca, lui, giornalaio, mentre tanti giornalisti hanno preferito parlare di no vax piuttosto che di fascisti.

Così come tante prese di posizione di politici contro ‘pochi violenti da isolare’ o addirittura la richiesta della Meloni e di Salvini non di colpire i fascisti ma la ministra Lamorgese.

Busti di Mussolini e Hitler, slogan antisemiti – anche da parte del candidato a sindaco della destra per Roma -, saluti romani distribuiti a macchia d’olio sul territorio nazionale. Eppure la Repubblica Democratica nata dalla Resistenza e dalla sconfitta del nazifascismo fa finta di niente, come se il problema fosse di natura filologica e non di contenuti politici. Non si chiamano apertamente fascisti, magari Forza Nuova o Casapound, ma possono impunemente comportarsi da fascisti senza alcun tipo di sanzione. Luigi Facta e Vittorio Emenuele III, il re ‘Sciaboletta’, non mossero un dito per fermare lo squadrismo e Mussolini poté fare in treno la Marcia su Roma. Ma Draghi non è Facta e Mattarella non è ‘Sciaboletta’, così come il Parlamento attuale non è quello del trienno ‘19-’21 del secolo scorso durante il quale l’obiettivo principale dei picchiatori dei ‘fasci di combattimento’ furono gli operai e le loro organizzazioni sindacali. Proprio come l’assalto alla sede nazionale della Cgil.

Assalto avvenuto poco dopo la dichiarazione di rifiuto del fascismo da parte di Giorgia Meloni. Una risposta chiara di chi non vuole consentire la propria esclusione dalla politica del Paese, neppure ai principali alleati o sostenitori nelle istituzioni.

Quando arriverà davvero la ‘tolleranza zero’ invocata addirittura da Forza Italia e quando finalmente verranno messi fuorilegge gli eredi dichiarati del disciolto partito fascista?

E quando i cosiddetti ‘No vax’ onesti rifiuteranno di essere aggregati allo squadrismo fascista? In nome di quale ‘Libertà’ urlata a gran voce continuano a prestarsi alle violenze, alle aggressioni, ai tentativi di assalto ai palazzi istituzionali? Parola violentata, ‘Libertà’, sui cartelli che associano al nazismo i provvedimenti di tutela della salute collettiva. Parola violentata, ‘Libertà’, in nome di individualisti violenti che dimostrano la perdita di qualunque sentimento di appartenenza ad una comunità. Gli slogan urlati a squarciagola dovrebbero far capire a chi è vicino all’urlatore ch’egli parla solo per se stesso, che non gliene importa nulla se volontariamente o involontariamente diventa diffusore del virus. Una monade che non si riconosce in nessun altro e anche chi in quel momento lo affianca domani potrebbe essere visto come il suo più accanito avversario.

E parola violentata, ‘Libertà’, da quei no vax che volutamente la dissociano dalle altre due che facevano da corollario alle altre due che per la prima volta vennero urlate tutte insieme dai sanculotti francesi nel 1989: liberté, égalité, fraternité. Forse eccessivo ricordare a questi personaggi la storia. Basterebbe chiedersi e chiedere loro in qual modo intendono la vita collettiva, cosa intendono per ‘Libertà’ all’interno di una comunità. Il rischio dell’affermazione individuale può portare solo alla sopraffazione, alla prevaricazione, alla svalutazione o disprezzo dell’altro. Quanto accaduto a Roma con l’assalto alla sede della Cgil ne è stata una drammatica conferma.

E’ evidente che la deriva anarchico-individualista dei no vax è un problema culturale di abbandono progressivo dei valori della solidarietà e della condivisione. Altra cosa la strumentalizzazione che ne fanno i fascisti. L’indolenza o, peggio, la complicità di una parte del mondo politico democratico che dovrebbe richiamarsi alla Costituzione antifascista ha prodotto un fenomeno preoccupante che va bloccato e stroncato in vista del 2022, primo centenario dell’avvento del Fascismo in Italia.


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