Un giornalismo indipendente e i media vouchers. Al Festival dell’Economia di Trento, Julia Cagè. 5 giugno 2021

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Al Festival dell’Economia di Trento non poteva mancare un focus dedicato ai media e al suo ruolo fondamentale in una democrazia che per funzionare al meglio richiede un’informazione di qualità fondata sull’indipendenza dei giornalisti. La proposta è quella di una nuova legge che tolga l’informazione dalle proprietà, dalle logiche di mercato e che venga finanziata con un voucher che sia ogni anno a disposizione di ogni cittadino. Quello di un giornalismo di qualità, che sia anche indipendente, è il tema che l’economista Julia Cagé, docente a Science Po Paris, ha presentato a Trento insieme alla giornalista del Corriere della Sera Alessia Rastelli. «L’informazione è un bene comune e per questo abbiamo bisogno di un’informazione per far funzionare la democrazia. Ogni persona informata corrisponde ad un voto e deve sapere cosa accade, venire a conoscenza sulle notizie e su quanto viene scoperto dalla stampa.

Un giornalismo indipendente, una stampa equa fondamentale per una democrazia che sia in quanto tale. Un assioma in difficoltà per la proprietà dei media. In Italia la concentrazione della proprietà dei media mette a repentaglio l’indipendenza stessa dell’informazione (in Trentino Alto Adige abbiamo un esempio di questo genere, ndr) dove dietro ci sono proprietari che hanno interessi fuori dall’informazione che costituisce una minaccia i giornalisti nello svolgere il loro lavoro senza condizionamenti. È importante per questo il ritorno dello Stato – ha spiegato Julia Cagè – a fronte di finanziamenti che non vengono più erogati, cali degli introiti pubblicitari in un settore che non garantisce dei buoni redditi. Come l’università fornisce istruzione e formazione senza scopo di lucro questo dovrebbe accadere anche con l’informazione. I media vuochers sono importanti e va istituita una legge per la democratizzazione dell’informazione con una governance che includano il 50% dei dipendenti giornalisti. Il direttore generale dovrebbe essere nominato dal board composto da una maggioranza di giornalisti. La proprietà deve essere trasparente che deve far conoscere se possiede profitti che derivano da altri settori produttivi.

Per il profitto gli editori vogliono massimizzare i propri guadagni e si cerca di farlo con un numero minimo di giornalisti, quando si dovrebbe avere il minimo legale. I media vouchers sono una forma innovativa per proteggere il giornalismo nell’era delle piattaforme digitali. In Italia potrebbero essere implementati con l’intento di finanziare l’informazione. Un voucher che permetta alla gente di acquistare informazione. Dovrà essere tolta dalla legge del mercato. Una strada e’ quella di organi di informazione finanziati da fondazioni, da organi no profit: un caso classico e’ quello del britannico Guardian che con questa organizzazione funziona bene. Lo toglie appunto dalla logica di mercato: serve una nuova legge che consenta agli organi di informazione di essere indipendenti. Il board democratico deve avere l’ultima parola anche su un eventuale passaggio di proprietà. Questo già avviene a Le Mond. La mia proposta e’ quella di voucher che conti un certo numero di euro da consegnare ad ogni adulto. Ogni anno possono indicare a quali organi di informazione vogliono dare il proprio contributo. Non una percentuale dalle tasse ma una cifra fissa, un media voucher. Con questa scelta si garantirebbe l’indipendenza del giornalismo. Si potrebbero creare degli squilibri, con media più pagati e altri dimenticati, a questo scopo andrebbe messo un tetto massimo. Sarebbe un modo per evitare che il media dei ricchi siano più forti di quelli scelti dai meno abbienti».


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