La variante ungherese

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Avviso scritto all’Ungheria. Se quella legge che equipara l’omosessualità a pedofilia e pornografia rimane, Orbàn rischia la sospensione dei fondi e persino l’isolamento (mancano procedure di espulsione) nell’EU. Il leader magiaro, però, mette una pezza peggiore del buco.  Afferma che l’intento della norma è “aiutare i genitori a scegliere l’identità sessuale dei figli”, ritornando così indietro nel tempo, quando l’omosessualità veniva imputata a cause devianti esterne e non ad un orientamento innato.

La variante ungherese, benché diversa nei dettagli, si sintonizza con quella Vaticana nella generale opposizione al bisogno – che chiede di diventare un diritto – di identità sessuale scelta e affettività piena delle persone  Lgbtiq+ , sigla che ricomprende tutte le minoranze sessuali perseguitate dai tradizionalisti cattolici e dalla destra. Il rozzo padrone dell’Ungheria – molto stimato da Meloni e Salvini – per ora fa ostruzionismo. Ma se dovesse chiudersi il rubinetto dei cospicui fondi europei, le cose potrebbero evolvere con dei cambiamenti così clamorosi, da far impallidire persino Salvini, finora imbattuto contorsionista del “qui-lo-dico-qui-lo-nego”.

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