Dalla parte di Lei. Rubrica a cura di Mariangela Gritta Grainer, Adriana Chemello e Monica Andolfatto

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Dalla parte di lei” è il titolo di una rubrica: ogni ultimo lunedì del mese, a partire dal 31 maggio, racconteremo storie di donne attraverso i loro profili, il loro impegno culturale e civile nei secoli; partiremo dal Veneto. Saranno storie di donne che raccontano e si raccontano; che ci parlano di uomini, del lavoro e dei figli; che ci parlano di guerra e di pace, di amore e di odio: pensano che “le parole sono pietre che vanno usate per costruire ponti”.

Perché questo titolo: una scelta, non ci piace l’indifferenza siamo “partigiane”.

“Dalla parte di lei” è il romanzo più importante di Alba De Cespedes: un vero capolavoro nella narrazione della storia delle donne italiane negli anni del fascismo e poi della Resistenza. E’ il primo romanzo che racconta in maniera antieroica la partecipazione delle donne alla resistenza.

“Dalla parte di lei” è anche il titolo di una rubrica che Alba De Cespedes tiene sul settimanale “Epoca” nei primi anni Cinquanta, diretto da Enzo Biagi.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre aveva collaborato con Radio Bari, la prima radio libera in Italia, che trasmetteva in clandestinità le notizie relative alle forme spontanee di resistenza contro il nazifascismo.  Qui, all’interno del programma “Italia Combatte” cui collaborarono personaggi famosi quali Arnoldo Foà, Ubaldo Lay, …Anton Giulio Majano, con lo pseudonimo di Clorinda, Alba de Cespedes si rivolgeva in particolare alle donne, incitandole a opporre ai tedeschi e ai fascisti una “sorda e silenziosa resistenza”, dando meticolose istruzioni su come fare opera di “boicottaggio” anche senza armi.

Nel settembre 1944 fondò e diresse, nella Roma appena liberata dai tedeschi, la rivista letteraria “Mercurio. Mensile di politica, arte e scienza” attiva fino al 1948: un progetto culturale dove coesistevano passione civile, creatività letteraria, cultura scientifica,  a cui aderirono firme di eccellenza quali Alberto Moravia, Eugenio Montale, Sibilla Aleramo, Paola Masino, Natalia Ginzburg, Mario Luzi, Aldo Palazzeschi, Renato Guttuso, Giorgio Morandi, Toti Scialoja. È stata la prima rivista dell’Italia liberata ad essere diretta da una donna. L’ultimo numero di “Mercurio” pubblicò il famoso dialogo tra Natalia Ginzburg e Alba De Cespedes sul “Pozzo segreto delle donne”.

Perché adesso?

Sembra che questo tempo della pandemia difficile doloroso per le sue conseguenze offra un’inedita novità. Aveva ragione Kamala Harris: dopo la sua elezione a vicepresidente degli USA, ha detto, rivolgendosi alle donne americane e non solo: “sono la prima ma non sarò l’ultima. Penso a intere generazioni di donne che hanno battuto la strada per questo preciso momento. Penso alle donne che hanno combattuto e sacrificato così tanto per l’uguaglianza, la libertà e la giustizia per tutti”. Non si riferiva solo agli Stati Uniti ma al fatto che il suo incarico di vice presidente inaugurava una nuova storia per tutte le donne del mondo ed era la risultante del sacrificio e della determinazione di una lunga genealogia di donne che l’avevano preceduta.

Abbiamo già raccontato delle tante donne che sono state protagoniste in questi mesi difficili nei luoghi della cura (casa, scuola ospedali…) ma anche della ricerca e della scoperta, della conoscenza, del volontariato sociale, dell’impegno per la legalità e la giustizia. L’autorità delle donne è circolata, si è mostrata a tutto il paese.

Altri tre esempi.

Maria Chiara Carrozza è la prima donna presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche a quasi cento anni dalla sua fondazione.

Chiara Valerio, delineandone il profilo, ricordava il primo presidente del CNR, Vito Volterra con le parole del presidente uscente Massimo Inguscio scritte nella prefazione di un libro a lui dedicato “…La visionaria sinergia multidisciplinare, dalle scienze dure a quelle umanistiche e sociali, ha nel Consiglio Nazionale delle Ricerche piena e fertile realizzazione”. Valerio concludeva sottolineando come “quella sinergia multidisciplinare dovesse essere, anche nel suo vertice, multigenere”. Con la nomina della prof. Maria Chiara Carrozza il CNR porta una grande istituzione scientifica alla piena coscienza e capacità di percepire un mondo fatto pensato immaginato raccontato e abitato non solo di uomini.

Alessandra Galloni è la prima donna a guidare l’agenzia Reuters in 170 anni.

Come base di una sorta di metodo “Galloni” sostiene l’idea che sia necessario ristabilire la fiducia nei media: ”Non è mai stato così importante separare i fatti dalle dicerie. …Bisogna scegliere tra essere i primi a dare una notizia e dare la notizia giusta. Noi preferiamo la seconda”. E ancora: ”Trattare tutti con rispetto e non avere paura di nessuno. …Per fare un giornalismo trasparente, negli articoli più importanti forniamo ai lettori come lavoriamo…” (rimanere obiettivi, avere corrispondenti sul posto, consultare le fonti, disporre dei mezzi tecnologici più avanzati: per presentare notizie sicure nel formato più rapido possibile).

Elisabetta Belloni, la prima donna a capo dell’intelligence (Dipartimento per le informazioni e la sicurezza) del nostro Paese. Una scelta di discontinuità e di grande valore simbolico che ridisegna il profilo di questo importante servizio con una dimensione compiutamente istituzionale. Le caratteristiche professionali, l’esperienza (responsabile dell’unità di crisi della Farnesina e poi segretaria generale) e le conoscenze geopolitiche della dott.ssa Belloni lo confermano.

Pensiamo che con più donne ai vertici della politica della cultura della scienza dell’informazione… il mondo diventerà migliore.

Tre stelle polari: la conoscenza la cultura; l’etica; l’educazione civica, l’educazione sentimentale, della nonviolenza e della differenza.

Pensiamo alla scuola e ai libri di testo che ancora ignorano la presenza delle donne nella storia, nella letteratura, nelle arti, nelle scienze. Ci sono queste donne: vogliamo contribuire a riscoprirle e a farle conoscere per come hanno vissuto nel loro tempo e per quanto ancora continuano a dire a noi nel presente.

“Dalla parte di lei” ci aiuterà a conoscere e ad apprezzare figure di donne che ci hanno preceduto e che hanno lasciato una forte impronta della loro presenza, lanciandoci dei messaggi ancora carichi di una valenza simbolica.

Cominceremo dalla scrittrice Paola Drigo (1876-1938), trevigiana di nascita ma padovana d’adozione, e dal suo straordinario racconto Maria Zef (1936). Proseguiremo con Tina Anselmi, Tina Merlin e Elisa Salerno.

La NASA annuncia che nel 2024 una donna andrà sulla luna: una coerente decisione rispetto alle tante donne che hanno una preparazione “astronautica!”. Con quella donna andremo tutte sulla luna: ci piace la luna che preferiamo guardare … invece del dito! E’ anche il senso di aver scelto il lunedì.


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