Omaggio a Joe Lansdale | Joe R. Lansdale nel valzer dell’orrore

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Insistiamo nel proporvi la lettura di vecchi romanzi dell’ormai arcinoto Lansdale. Va bè, diciamolo subito, forse le sue storie si somigliano tutte. I personaggi si muovono e parlano tutti allo stesso modo, i luoghi sono sempre gli stessi, quelli del Texas orientale, fatto di acque e paludi; la violenza appare sempre sopra le righe, esagerata. Ma come resistervi? Quando comincerete non vedrete l’ora di giungere alla fine. Il gigante (e non solo fisicamente) texano ha il dono di avvinghiare il lettore alla pagine e l’adrenalina scorre veloce. La scrittura di Joe R. Lansdale è travolgente e vi impedirà di pensare ad altro, trascinandovi in un gorgo fatti di emozioni forti e paura. Una schiera di migliaia di appassionati lettori attende periodicamente con ansia la pubblicazione dei suoi numerosi lavori e – per chi lo avesse perso – Il valzer dell’orrore (Fanucci pp.304) non delude. Nonostante siano passati molti anni dalla sua ideazione – apparve negli States per la prima volta nel 1999 – la storia è ancora fresca, briosa.

Ormai molto tempo è trascorso da quel mitico Giallo Mondadori nella cui collana fu pubblicata la prima edizione de In fondo alla palude, il capolavoro dello scrittore americano, come da lui stesso ammesso in un lontano Festivaletteratura di Mantova. Il valzer dell’orrore, che risale allo stesso periodo, racconta una vicenda completamente diversa per ambientazione e temi. Lì eravamo nel Texas della Grande Depressione, tra bambini, paludi e campi agricoli; qui siamo sempre nel paese della grande stella, ma ai giorni nostri, tra borghesi operosi e mai sazi di soldi. L’elemento unificante c’è, però, ed è la famiglia, o meglio i pericoli che minacciano la tranquillità familiare. “Ossessione” questa, che ritorna con frequenza nei romanzi di Lansdale. Ha dichiarato in un’intervista l’autore che questo romanzo tratta la paura per la famiglia. “La paura che come marito e padre avrei potuto non essere adatto alla responsabilità di una moglie e dei figli. La paura che qualcosa di oscuro potesse insinuarsi nella mia vita familiare: un incidente o sconosciuti dalle pessime intenzioni.” E infatti  il pericolo si materializza un sabato mattino mentre Hank, tranquillo e prosperoso padre di famiglia, durante uno splendido ottobre sta godendo dalla vetrata del suo soggiorno la visione dello stupendo bosco davanti casa. Squilla il telefono.

E’ suo nipote Bill, ragazzo problematico e sempre nei guai, che chiede con insistenza di incontrarlo al più presto. Da quel momento, e vorticosamente, il protagonista è risucchiato con tutta la sua famiglia – la moglie Beverly, i figli Jo Ann e Sammy, il fido cane Wylie –  in una vicenda di violenza estrema e di morte. Hank, con l’aiuto del ritrovato fratello Arnold, si impegnerà in una strenua lotta per salvare se stesso e i suoi cari dall’orrore scatenato da due psicotici assassini,  Fat Boy e l’Uomo Cobra. Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Non è così che si dice? Non c’è altro da dire, toglieremmo il piacere della lettura. Il romanzo, come tutta la prosa di Lansdale, è  agile e asciutto, in bilico tra linguaggio scritto e parlato. Sostenuto da un forte senso di ironia che stempera le azioni più violente, rendendo la lettura godibile anche nei passi più macabri e inquietanti, è un libro da non perdere per tutti coloro che amano le emozioni intense.


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