‘Il gioco delle ultime volte’: una riflessione sulle occasioni che non tornano 

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“Quanti anni la ragazza? Sedici, diciassette, non di più, ho afferrato appena il suo nome e qualche parola dal personale del 118: il tram, lei che abbandona il marciapiede senza stare attenta, la frenata inutile e l’impatto, le urla degli astanti, il tranviere che scende sconvolto e si affloscia come un sacco vuoto”. 

Torino, un venerdì di pieno inverno. Alessandra, diciassette anni non ancora compiuti, all’uscita della palestra, decide di gettarsi sotto un tram. Figlia unica di Beppe e Luciana, una coppia di genitori premurosi, è una ragazza bellissima e viziata. Eppure si sente scontenta, incompresa, confusa. E’ una punizione quella che vuole infliggere alla sua famiglia e ai suoi amici, una disperata richiesta di attenzione che tuttavia finisce per sfuggirle di mano “Cosa ci faccio io sulla faccia della terra, non ho chiesto io di venire al mondo, di non essere mai capita, l’unico modo per non stare male è non esserci, è il prima e il dopo. Adesso basta, così finalmente a capire saranno gli altri”.

Al suo arrivo in Pronto Soccorso c’è Nicola, il medico responsabile dell’emergenza. Davanti a sé ha un lungo fine settimana in montagna con 3 coppie di amici, ma il viso di Alessandra, sospeso tra la vita e la morte, gli resta dentro e non riesce a toglierselo di mente.

Sembra un fine settimana come tanti, a Chamois, con sua moglie Teresa e alcuni amici. Eppure quel weekend, nel freddo della casa di montagna, diventa l’occasione di un bilancio esistenziale, riportando a galla ferite e segreti sopiti da tempo. Anche perché a Chamois stavolta c’è anche Matteo, il migliore amico di Nicola ai tempi del liceo. I due tuttavia non si vedono da allora a causa di una brutta rottura mai chiarita. E la tensione si taglia con il coltello. Per trascorrere il tempo qualcuno propone di fare ‘il gioco delle ultime volte’: ciascuno deve raccontare l’ultima volta che ha fatto qualcosa o visto qualcuno senza sapere che sarebbe stata l’ultima. Per Ale, sospesa tra la vita e la morte, è stato quel pomeriggio all’uscita dalla palestra, con il suo tentato suicidio, una parola troppo grossa da accettare per i suoi genitori. Per Nicola invece è stato trent’anni prima, ad Amsterdam, quando è inciampato in un dolore troppo grosso.

I ricordi, tuttavia, non devono essere necessariamente veri – aggiunge qualcuno – possono anche essere inventati.

Così c’è chi narra di un’estate della propria giovinezza, chi di un anello che ha perso. E poi c’è chi si spinge più a fondo, come Matteo e Nicola, che si ritrovano a notte fonda, nel silenzio delle montagne, finalmente faccia a faccia. E’ per loro il momento della resa dei conti. Non si vedono da Amsterdam, dalla vacanza della maturità, trent’anni prima in cui lo scherzo che Matteo aveva deciso di fare a Nicola aveva cambiato le cose per sempre.

Margherita Oggero con “Il gioco delle ultime volte”, in libreria con Einaudi dallo scorso 2 febbraio (176pp, 18 Euro), regala un romanzo intenso e profondo che va a scavare nell’animo dei protagonisti e, inevitabilmente, in quello dei lettori!


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