“Sulla nostra pelle”, gli operai esistono ancora e lottano anche per noi

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Gli operai non esistono più, sono schegge del passato, sono cambiati, non hanno spazio nell’industria 4.0, non come eravamo abituati a vederli, in tuta blu. Frasi fatte sentite così tante volte che, alla fine, ce ne eravamo convinti un po’ tutti. Invece una straordinaria iniziativa richiama alla realtà e racconta il mondo operaio che vive e lotta disperatamente per conservare occupazione pulita nel sud profondo, dove si rischia di perdere il lavoro e con esso la speranza. Gli operai della Whirlpool Napoli hanno fatto un calendario che parla di loro e sul quale hanno messo, letteralmente, la faccia. Sono già oltre cinquemila le copie vendute. Le foto del calendario “Sulla nostra pelle” sono state scattate da Tamara Casula e i proventi delle vendite confluiranno nella “Cassa di resistenza”, creata nei mesi scorsi dagli stessi lavoratori per sostenere le loro iniziative di protesta contro la chiusura della sede di Napoli, ma anche per finanziare attività di beneficenza o per aiutare colleghi che, a causa della lunga vertenza, sono in difficoltà. Sul fronte sindacale le cose non vanno affatto bene: la multinazionale ha confermato che lascerà a casa i 330 operai. Il licenziamento programmato è previsto per aprile prossimo. Fino ad allora l’azienda usufruirà della cassa integrazione Covid.
“La vertenza Whirlpool – secondo una nota della Fiom Cgil – è la dimostrazione concreta di come nel nostro Paese le fabbriche le tengono aperte le lavoratrici e i lavoratori. Sono loro che difendono il territorio e la ricchezza industriale di questo Paese contro lo strapotere delle multinazionali che ormai da anni decidono quello che meglio credono secondo logiche che rispondono al profitto e alla finanza e contro un Governo che è incapace di difendere le politiche industriali e gli accordi che vengono fatti. La vicenda Whirlpool nasce da un accordo sindacale in sede ministeriale. Il Governo ha dato alla multinazionale molte risorse per ristrutturare e rafforzare l’industria dell’elettrodomestico. Dopo pochi mesi Whirlpool ha considerato carta straccia quell’accordo e ha pensato, a maggio del 2019, di chiudere in due mesi lo stabilimento di Napoli. Se siamo ancora qui lo dobbiamo alle lavoratrici e ai lavoratori della Whirlpool che si sono opposti all’arroganza della multinazionale perché gli accordi vanno rispettati e il valore del lavoro e della produzione industriale vanno difesi, come anche va difesa la dignità loro e di tutti noi”.
L’iniziativa del calendario è riuscita ad attirare l’attenzione sul caso Whirlpool anche di molti esponenti del mondo della cultura e delle spettacolo, da Alessandro Siani ad Ascanio Celestini, Gad Lerner, Sergio Castellitto, Riccardo Iacona, Fortunato Cerlino, Vauro Senesi, Caparezza che hanno espresso solidarietà agli operai e compreso il valore della loro battaglia specie nel declino dell’economia di molte città del Sud.

(Nella foto una delle immagini del calendario)


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