L’attualità dei “Miserabili” in Campania e non solo

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Durante il lockdown i casi di violenza sulle donne in Italia sono triplicati. Come se non bastasse, nel frattempo il linguaggio usato, persino per raccontare stupri o efferati omicidi, continua ad essere scorretto, dando sempre giustificazioni al carnefice, per qualche presunta “colpa” della vittima. Mentre il corpo femminile non finisce di essere umiliato, con campagne sessiste, offeso sui social attraverso un attacco mirato, che inizia dal linguaggio. Ecco cambiamo questo linguaggio, ribaltiamo la prospettiva! Per questo oggi, nel giorno de’ la Giornata internazionale sulla donna ripropongo questo mio format contro il femminicidio, diventato negli anni un piccolo caso mediatico. Con “I Miserabili” ho voluto accendere i riflettori non più sul corpo delle vittime della violenza, ma sulla miseria umana dei carnefici attraverso autentiche foto di cronaca. Le immagini utilizzate per le grandi affissioni furono dure, scioccanti. Reali picchiatori, stalker, stupratori, “I Miserabili” appunto, furono ritratti nello squallore delle loro esistenze, portati via in canottiera o con lo sguardo sconfitto, spesso, per un beffardo contrappasso, da un carabiniere o un poliziotto donna. Raccontati nell’attimo successivo al loro vigliacco crimine, quando entrano un inferno reale. Un modo per creare un’identificazione negativa: un giovane “aspirante” violento vedrà, attraverso queste immagini, solo la sconfitta proiettata in uno specchio deformante, dove il protagonista del delitto sarà svestito da ogni mitizzazione e raccontato nella sua cruda negatività.

“I Miserabili”, mostra prodotta dal Madre e presentata al museo di Napoli il 29 marzo 2014, è stata poi riproposta al Pan- Palazzo delle Arti di Napoli nel marzo del 2015, per poi “sbarcare” a Cuba nel gennaio 2016 con una mostra di quadri sul tema di Giuseppe Klan, accolta da Mariela Castro Espín (figlia del Presidente Raùl Castro) e visitata, in quell’occasione anche dall’ex presidente della Spagna, José Luis Rodríguez Zapatero. Il format, nella prima presentazione al Madre, è stato accompagnato da uno straordinario racconto “Io non ho fatto niente”, scritto in esclusiva da Maurizio de Giovanni.
“I Miserabili”, prodotto dal museo Madre, da me ideato e diretto e a cura di Stefano Renna, è stato accolto con sensibilità ed entusiasmo dal Consiglio Regionale della Campania in collaborazione con l’assessorato alle Politiche sociali e con il progetto grafico di Giuseppe Klain, diventando anche una campagna di sensibilizzazione per la Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre 2014.
Il format si è imposto negli anni come un piccolo caso mediatico, con lusinghiere recensioni, tra le tantissime testate, l’Huffington Post, il Wall Street Journal, la 27esima ora, Life Style dell’Ansa, miglior ‘campagna’ per Artribune, accanto ad aziende leader del mercato italiano come “Fabbrica” di Oliviero Toscani per Benetton e “Filmaster”. Interamente ideata e promossa dalla nostra onlus, alla campagna è stata dato ampio risalto dai media locali e nazionali (oltre 100 testate), dai siti web principali, da Repubblica, al Messaggero a Il Mattino, grazie ai lanci delle principali agenzie (Ansa, Agi, Asca). L’Ansa in particolare ha segnalato come unica top news di prima pagina sul tema della violenza sulle donne, il 24 novembre 2015, un ampio servizio sulla nostra campagna diffondendo nella sue rete fotografica i manifesti. Il progetto, dove, per la prima volta, i riflettori si sono accesi non più impietosi sul corpo delle vittime, ma sulla miseria umana dei carnefici, è anche il risultato di un accurato lavoro di ricerca scientifica reso possibile grazie all’apporto di psicologi, che si sono affiancati a legali specializzati in violenza su donne e minori, e naturalmente giornalisti e fotoreporter, in prima linea nella cronaca nera e giudiziaria, tutti coinvolti nel progetto attraverso i loro Ordini professionali sul territorio.


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