In Vaticano chiesto alle donne dell’associazione bielorussa “Supolka” di alzare le magliette per vedere se ci fossero scritte sul corpo. Interrogazione della Boldrini

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Mentre domenica 8 novembre il regime di Lukashenko disperdeva la manifestazione con particolare violenza, con oltre 1000 persone, a Roma l’associazione Bielorussa si era recata in Vaticano. Proprio durante l’Angelus di Papa l’associazione voleva ricordare cosa sta accandendo in Bielorussia con l’intento di pregare insieme ad altri fedeli e dare un messaggio di sostegno a tutti coloro che a distanza di due mesi ancora sono tra le strade e che pacificamente lottano ogni giorno contro la dittatura.

I membri dell’associazione avevano portato una bandiera di 30 metri da poter pacificamente esibire, ma subito dopo i controlli gli è stato detto che non potevamo portarla in Piazza San Pietro perché è una “bandiera degli oppositori di Lukashenko” e non è una bandiera statale.  Gli agenti di sicurezza in Vaticano hanno anche chiesto all’associazione – questo si legge sulla pagina facebook dell’Associazione Bielorussi in Italia “Supolka” – se avessero portato altre bandiere, ed alla risposta positiva gli é stato risposto che non avrebbero potuto avere con sé alcuna bandiera. Anzi dopo aver controllato i documenti, alle ragazze è stato chiesto di alzare le magliette per assicurarsi che nessuna avesse le scritte sul corpo. “Come si può accettare un trattamento del genere? – si legge sul sito – Mentre il Papa si rivolge ai credenti invitandoli a pregare per il popolo bielorusso, mentre ha tutte le testimonianze davanti a sé delle crudeli e violente repressioni del regime, perché la Santa Sede intrattiene i rapporti diplomatici con Lukashenko? Perché la polizia che lavora presso il Vaticano tratta in questo modo le persone che vengono dal Papa? Gli uomini di fede non dovrebbero mai sostenere gli assassini, non dovrebbero mai scendere a patti con i tiranni, al contrario dovrebbero proteggere le persone indifese che non chiedono nient’altro che la libertà. Questi atteggiamenti ci lasciano profondamente amareggiati e delusi”. A difesa dell’episodio occorso domenica 8 novembre in Vaticano, l’onorevole Laura Boldrini ideatrice del Comitato Italiano per la democrazia in Bielorussia, di cui Articolo21 é tra i promotori ha presentato una interrogazione a risposta in Commissione che riportiamo integralmente.

“Al Ministro degli interni – Per sapere – premesso che: dal mese di agosto è in atto in Bielorussia una sistematica e feroce repressione da parte delle autorità contro le persone che manifestano ripetutamente in modo assolutamente pacifico in segno di protesta contro i brogli e le irregolarità grazie ai quali Alexander Lukashenko si è voluto confermare alla Presidenza della Repubblica; Il comportamento autoritario e antidemocratico del regime di Minsk è stato a più riprese condannato dalle istituzioni europee, fino alla decisione di sottoporre a sanzione i responsabili dei brogli e della repressione, incluso lo stesso Lukashenko; domenica 8 novembre 2020 una delegazione dell’Associazione dei bielorussi in Italia, secondo quanto riferisce la stessa Associazione, si è recata in piazza San Pietro in Roma con la volontà esporre la bandiera storica del loro Paese per ricordare al Papa quanto sta avvenendo in Bielorussia e dare un messaggio di sostegno a coloro che in patria lottano pacificamente per la democrazia; giunti ai controlli esterni, agenti della Polizia di Stato hanno identificato i componenti la delegazione negando loro il permesso di introdurre in piazza la bandiera e chiedendo alle donne presenti nella delegazione di sollevare le magliette per verificare che non avessero delle scritte sul corpo; se il Ministro è al corrente di questi accadimenti: secondo quali disposizioni è stata messa in atto un’azione così inusuale e lesiva della dignità delle donne”.

Attendiamo anche noi in tempi brevi, di avere una chiara risposta a questo insolito ed offensivo comportamento nei confronti di tutte le donne


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