Scontro a Trieste tra gruppi fascisti e antifascisti

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Mentre il Paese sta per andare in terapia intensiva, c’è chi rispolvera vecchi adagio come il business dell’immigrazione clandestina, che da arma di distrazione di massa diventa strumento di innalzamento della tensione sociale.
Succede a Trieste dove il gruppo Facebook “Son Giusto”, vicino a formazioni fasciste come Forza Nuova, CasaPound e Veneto Fronte Skinheads e a vecchie glorie dell’estrema destra locale, promuove una manifestazione “aperta a tutta la cittadinanza per riprendersi il controllo dei propri quartieri”; la convocazione è per sabato 24 ottobre in piazza della Libertà, zona stazione, a un passo da dove ogni giorno da tempo i volontari e le volontarie dell’associazione Linea d’Ombra e dell’associazione di medici “Strada Si.Cura”, supplendo a un ruolo che dovrebbe essere delle Istituzioni e a cui non hanno abdicato neanche durante il lockdown, accolgono i migranti provenienti dalla rotta balcanica e offrono conforto, cibo, vestiti, assistenza a persone stremate dalla fatica e dalle violenze subite: persone inermi che non hanno più nulla e a cui si vorrebbe togliere anche la dignità.
Succede che, nonostante la scelta del luogo sia un’evidente provocazione, nonostante i promotori siano gruppi che calpestano la Costituzione e si richiamano a tempi buissimi del nostro passato, nonostante stiamo vivendo un momento drammatico dove sarebbe doveroso evitare ogni forma di potenziale assembramento, la manifestazione venga autorizzata senza alcuna prescrizione e che accada ciò che era fin troppo prevedibile sin dall’inizio: lo scontro tra i manifestanti, un’ottantina, e altrettanti antagonisti, accorsi non autorizzati per contestare l’iniziativa ed esprimere solidarietà a chi si prende cura dei meno garantiti. Con le forze dell’ordine che caricano e mettono in uso i manganelli. E quattro persone che finiscono all’ospedale.
Due mesi fa Casa Pound era riuscita a fare irruzione in Consiglio regionale nel palazzo governato da quella Lega che fa della sicurezza il suo fiore all’occhiello, occasione nella quale un consigliere del Carroccio aveva detto: «Io sono uno di quelli che gli sparirebbe a quelli lì, tranquillamente.» Quelli lì erano i migranti.
E da Trieste per il momento è tutto. Ed è troppo.


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