Donne, Casa internazionale, fatevi due conti: quanto ci dovete?

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“Le donne hanno combattuto contro il nazifascismo, hanno contribuito a scrivere le più belle pagine della più bella Costituzione del mondo, hanno lottato contro la schiavitù al patriarcato e coinvolto tutti e tutte nella costruzione di relazioni libere, hanno animato discussioni utili all’avanzamento culturale e politico del paese.
Le donne continuano a ricoprire un ruolo centrale, nella ricerca, nella scienza, nella medicina, nei più disparati settori della società. Un ruolo di cui siamo orgogliosamente consapevoli.
Le donne sono state protagoniste nel drammatico periodo del lockdown, nella sanità, nei servizi, nelle case.
In questo contesto i luoghi femministi delle donne, tutti, sono quelli in cui questo contributo si concretizza, si manifesta, si costruisce e si anima.
Nessuna trattativa dunque con chi non riconosce tutto ciò. La nostra è una rivendicazione politica che non ammette compromessi al ribasso, ma grida con forza che nessun passo indietro può essere ammissibile.
I luoghi femministi delle donne sono una grande questione politica, che la politica e le istituzioni devono affrontare. Non per sopravvivere, ma per assicurare il lavoro di costruzione, elaborazione e di avanzamento democratico insostituibile di cui le donne sono portatrici. E non da oggi, ma da almeno un secolo.”
Così le Donne della Casa internazionale hanno dichiarato al termine dell’Assemblea del Consorzio che si è tenuta il 3 settembre, decidendo la mobilitazione permanente.


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