Il dilettantismo imposto e altre diseguaglianze dello sport nella società contemporanea

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Ogni volta che si parla o si legge di sport, inevitabilmente, si configura nella mente un’immagine positiva. Eh sì, perché lo sport è vita, è benessere, è salute, è rinascita, è rivincita… Ma cosa si nasconde davvero dietro queste immagini positive?

Luca Bifulco e Mario Tirino sono stati i curatori di un libro che risponde a questo e molti altri interrogativi.

Sport e scienze sociali. Fenomeni sportivi tra consumi, media e processi globali, edito lo scorso novembre da Rogas Edizioni, non è un libro-inchiesta, è una raccolta di saggi, frutto di accurate indagini e analisi sul mondo dello sport in tutte le sue sfaccettature e, soprattutto, sui suoi legami e risvolti nei vari ambiti della contemporaneità: dalla moda al turismo, dalla politica agli affari, dalla salute al consumismo, dai media alla globalizzazione.

Un libro che indaga la passione per lo sport in tutte le sue manifestazioni: tifoso, spettatore, consumatore. La celebrità sportiva che trasforma un eroe in un brand. Dalla comunicazione e dai nuovi media, come i social che “vendono” la celebrity sportiva. Il tutto racchiuso in un universo commerciale che ha un giro d’affari enorme, incredibile e impensabile in alcuni casi, un business che unisce società sportive, atleti, federazioni, operatori commerciali, finanziari, brand di moda, accessori e attrezzature, operatori del settore turistico, alberghiero, del food e beverage… e che si muove, paradossalmente, in un “dilettantismo imposto” proprio dallo Stato e dalle sue leggi. E, come se ciò non bastasse, bisogna aggiungere quel tanto di discriminazione di genere che, a quanto pare, non manca mai.

 In Italia, nessuna atleta di genere femminile può essere considerata una professionista. Non è mai stata istituita, infatti, una lega Pro femminile in nessuna delle 60 discipline esistenti e riconosciute dal CIO – Comitato Olimpico Internazionale.

Per gli atleti di genere maschile le leghe Pro riconosciute sono 4: calcio – FIGC, pallacanestro – FIP limitatamente alla serie A1, golf – FIG, ciclismo – FIC.

Non esistono quindi tutele legali contrattuali valide per categoria, tutele garantite per infortuni e malattie, piani previdenziali…

Ecco perché la bellissima immagine dello sport e degli sportivi, vestiti di tutto punto con abiti creati ad hoc da brand che sanno il fatto loro acquisisce se non altro delle sfumature meno rosee.

I saggi raccolti nel volume curato da Bifulco e Tirino sono di ampio respiro, trattano di vari temi con l’obiettivo palese di raffigurare tutte le differenti modalità di penetrazione dello sport nella società contemporanea e nella vita quotidiana e sottolineare quanto lo sport incida sulle modalità di strutturazione dei fatti sociali e quanto ne sia a sua volta condizionato, particolarmente nell’odierna epoca contrassegnata da un’imponente commercializzazione e spettacolarizzazione del “reame sportivo”.

Lo scopo del libro non è certo quello di denuncia, non è neanche questo il tono della narrazione. Esiste invece negli autori e curatori la volontà di fornire “validi strumenti teorici per potenziare la consapevolezza e la competenza critico-analitica indispensabile per comprendere le comprendere le composite e variabili relazioni tra la società e lo sport”.

Bibliografia di riferimento

Luca Bifulco, Mario Tirino (a cura di), Sport e scienze sociali. Fenomeni sportivi tra consumi, media e processi globali, Rogas Edizioni, Roma, 2019


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