Insieme per contrastare le parole d’odio

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Conclusa la tre giorni promossa da Articolo21 e Fnsi dedicata al contrasto delle parole d’odio. Inaugurata al Ghetto ebraico di Roma la panchina della memoria 

Domenica primo marzo con un momento dedicato alla memoria dei giornalisti e dei tipografi ebrei  – morti nei campi di sterminio nazisti – si è conclusa la tre giorni di incontri intitolata «Parole non Pietre», promossa dalla Federazione nazionale della stampa italiana – FnsiArticolo21, Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e da tante altre realtà della società civile, religiose e del mondo dell’informazione che si sono riuniti per promuovere una comunicazione responsabile a contrasto delle parole di odio e di ogni forma di discriminazione, prima tra tutte quella che si esprime attraverso l’antisemitismo.

Con una breve cerimonia è stata inaugurata la Panchina della memoria (nella quale compare la scritta: «Quando la verità non è libera, la verità non è vera», di Jacques Prévert) dedicata al giornalista Eduardo Ricchetti e ai tipografi Amedeo Fatucci, Leo Funaro e Pellegrino Vivanti, che furono catturati nel rastrellamento nazista avvenuto nel ghetto di Roma il 16 ottobre 1943 e mai più tornati.

Insieme al presidente Fnsi Giuseppe Giulietti che ha introdotto l’evento, sono intervenuti Ruben Della Rocca, presidente della Comunità ebraica di Roma, Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah, Virginia Raggi, sindaca di Roma, David Sassoli, presidente del Parlamento europeo.

Presenti anche Cinzia Guido, assessore alla cultura del I Municipio; la portavoce nazionale di Articolo21 Elisa Marincola, Roberto Natale, coordinatore del Comitato scientifico di Articolo21, Stefano Corradino, direttore di Articolo21, Luca Perrino, presidente dell’associazione Leali delle Notizie e promotore delle «panchine della memoria»; oltre a una delegazione di presidenti di Ordini regionali dei giornalisti, delle Associazioni stampa regionali e dei circoli regionali di Articolo21. L’evento è stato seguito dalle colleghe dell’Agenzia stampa Nev – notizie evangeliche di Roma.

L’assemblea generale apertasi il 28 novembre, ha preso ispirazione dal Manifesto di Assisi firmato dai rappresentanti delle principali fedi monoteiste il 3 maggio 2019 (per le chiese protestanti/evangeliche era presente Gian Mario Gillio), un decalogo rivolto non solo ai giornalisti, ricorda il Nev, «ma a chiunque comunichi sui social e oltre “per costruire ponti e non muri”».

La sessione di apertura di Parole non pietre è stata ospitata nella sede de La Civiltà Cattolica e si è aperta con un video saluto di Liliana Segre, senatrice a vita sopravvissuta alla Shoah e promotrice della Commissione parlamentare sull’antisemitismo.

All’incontro, moderato da Antonio Spadaro, che aveva firmato il manifesto nel 2019 e direttore de La Civiltà Cattolica, sono intervenuti Guido D’Ubaldo, Segretario nazionale dell’Ordine dei giornalisti (Cnog), Raffaele Lorusso, segretario nazionale Fnsi, Roberto Natale, coordinatore Comitato scientifico Articolo 21, Andrea Martella, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di San Francesco. Hanno poi preso la parola Paolo Ruffini (anch’esso firmatario nel 2019), prefetto del Dicastero delle Comunicazioni della Santa Sede, Ruth Dureghello (che appose la firma sempre nel 2019), presidente della Comunità Ebraica di Roma, Abdellah Redouane (anch’egli firmatario nel 2019), segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia.

Per salutare l’iniziativa a nome delle chiese valdesi e metodiste e apporre la firma a questa «nuova alleanza contro le parole d’odio» – sul disegno preparato per l’occasione dal vignettista Mauro Biani – è stata invitata la moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta: «Non possiamo più permetterci che le coscienze siano anestetizzate, che vi sia l’indifferenza, l’ignavia. Come chiese valdesi e metodiste – ha dichiarato all’agenzia Nev, Alessandra Trotta –, siamo lieti di aver partecipato all’elaborazione della «Carta» di Assisi e vogliamo contribuire a una comunicazione nonviolenta. Intendiamo farci parte attiva di questo processo virtuoso. Oggi le religioni sono tentate a dare un fondamento alle identità forti, spero che saremo tutti capaci a sottrarci a queste spinte d’odio che utilizzano i simboli religiosi. Serve l’auto vigilanza e che questa sia costante nel tempo, che sia una disciplina».

Manifesto che, come ricordava Trotta, infatti, vede la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) in prima linea nella promozione dell’iniziativa e contiene una mozione, dedicata al pluralismo religioso, introdotta dall’allora moderatore, il pastore valdese Eugenio Bernardini.

Giuseppe Giulietti, presidente Fnsi e anima della tre giorni,  ha ricordato ai giornalisti: «Dev’essere sempre rispetta la nostra Costituzione che vieta squadrismi, antisemitismi, aggressioni alle diversità, istituisce il principio di uguaglianza tra le religioni, non discrimina tra opinioni politiche e tra i sessi. Il dovere dei giornalisti è ricordare la Costituzione, contrastando chi usa le parole come pietre per uccidere la diversità. La panchina della memoria al Ghetto di Roma è stata la migliore conclusione di una tre giorni da incorniciare».


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