Salvini al citofono: un campionario d’illegalità

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Siamo in campagna elettorale e si alzano i toni. Siamo ormai abituati ai toni aspri del confronto politico. Non ci abitueremo mai alle degenerazioni alle quali assistiamo in questi giorni. Non ci abitueremo al violento attacco ai giudici per la vicenda della nave Gregoretti. Non ci abitueremo mai alle violenze verbali verso Carola Rackete.  Non ci abitueremo al modo disinvolto di calpestare le istituzioni parlamentari, strumentalizzandole ai propri fini. Non ci abitueremo mai alla violenza mediatica nei confronti di una persona comune per finalità di natura elettorale. Nessuna attenuante per il fatto che una madre possa aver denunciato un fatto di reato. Queste denunce, se fondate, vanno fatte all’autorità pubblica che poi procederà nel rispetto delle garanzie legislative e costituzionali. Un leader politico che, dopo queste denunce ricevute a margine di un comizio, procede personalmente, in quel modo sgangherato, in favore di telecamere, compie una serie di gravissimi abusi. Abuso dei principi costituzionali e delle rispettive garanzie (prima tra tutte la presunzione d’innocenza). Abuso dei principi più elementari, che vietano di farsi giustizia da sé. Certamente questi principi non sono elementari per chi ha una certa idea della legittima difesa! Abuso della libertà di espressione che vieta di calpestare la dignità delle persone e che trasforma in violenza la messa alla gogna di un essere umano sulla pubblica piazza, senza la parvenza di un processo e senza neppure un’indagine. Il fatto che a compiere questo gesto sia stato chi ha recentemente rivestito il ruolo di Ministro dell’Interno, non costituisce solo un’aggravante per quei comportamenti, ma getta una luce sinistra su un possibile futuro. Chi è in tempo per esercitare saggezza, la eserciti!!


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