Querele temerarie. Intimidazioni a costo zero

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Cosa rischia un politico se querela un giornalista che ha diffuso notizie “scomode” e poi il giudice respinge la sua richiesta di risarcimento di danni milionaria? Niente. Il politico soccombente pagherà solo le spese legali e processuali, ma senza altre conseguenze. Questa intimidazione a costo zero è stata denunciata da anni dalla Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi), che ha avviato una petizione contro le “querele temerarie”.

Il caso è di stretta attualità, visto che la “querela bavaglio” è un mezzo sempre più usato da potenti inquisiti per limitare la diffusione delle notizie sui loro affari. Una consuetudine potenziata dal berlusconismo, che si protrae dal suo fondatore (B.) fino al suo successore (Renzi). Le testate solide hanno mezzi e studi legali per difendersi e andare avanti. Per un piccolo giornale o un free-lance, invece, questo rischio può indurre all’autocensura. La stampa che liscia il potere non rischia querele, quella che ne svela gli intrighi, sì. Firmare la petizione in difesa dei “nostri” cronisti – quelli che rischiano per permettere a noi cittadini di esercitare la sovranità consapevole – è un gesto costituzionale.


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