Arrestato il mandante dell’omicidio di Daphne Caruana. Intervista a Delia: “non si possono ignorare le responsabilità politiche”

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La polizia di Malta ha arrestato uno dei più importanti uomini d’affari dell’isola. E’ accusato di essere il mandante dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Si chiama Yorgen Fenech ed è l’amministratore delegato del Tumas Group, nonché direttore generale della centrale elettrica a gas di Malta, il caso di cui si stava occupando Daphne. “Questa è una vittoria del giornalismo mondiale, che aveva già individuato il mandante dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Sapevamo già che il delitto era legato alle sue inchieste su tangenti e corruzione di membri del Governo. Adesso le autorità governative stanno cercando di evitare il tracollo. La verità non si poteva più nascondere”. Emanuel Delia, il blogger e collega della giornalista maltese uccisa due anni fa è durissimo con le autorità dell’isola e ripercorre il lavoro fatto da The Daphne Project, una rete di cronisti che ha proseguito e tuttora prosegue ciò che Daphne ha interrotto perché fatta saltare in aria con un’autobomba. Una settimana fa è cominciata la svolta che si attendeva, che era – come dice Delia – inevitabile.

“Il Governo maltese – sottolinea Emanuel Delia – sta tentando di far passare solo l’aspetto criminale, le specifiche responsabilità personali, ma ciò non può essere sufficiente, perché questa storia ha svelato l’esistenza di una cassaforte estera per le tangenti e coinvolgimenti di pezzi governativi, dunque l’arresto del mandante del delitto non può essere sufficiente. Fenech, lo sappiamo da tempo, è il proprietario della ’17Black’, la società con sede a Dubai che Dapgne aveva individuato essere il mezzo utilizzato per il pagamento di tangenti a due membri del governo laburista dell’isola, ossia il capo di Gabinetto, Keith Schembri e il ministro Konrad Mizzi”. Il consorzio dei giornalisti del Daphne Project era risalito all’uomo d’affari arrestato due giorni fa già lo scorso anno, ma all’intervento giudiziario si è arrivati solo a seguito delle dichiarazioni dell’uomo che si è autodefinito l’intermediario tra gli esecutori dell’attentato dell’ottobre 2017 e il mandante, di cui ha, appunto, fatto il nome poche ore prima dell’arresto. Anche Fenech aveva capito che sarebbe stato fermato e infatti stava scappando da Malta, la polizia lo ha raggiunto in acque territoriali del Paese, quando era già a bordo del suo yacht.

“Questa svolta giudiziaria non ferma le inchieste giornalistiche – afferma Delia – e il Governo non può eludere i rapporti tra Fenech e la politica, il suo ruolo di ‘collettore’ di tangenti. Ammettiamo che abbia agito da solo, certo. Ma per proteggere o coprire un sistema, non vi è dubbio. Ieri c’è stata una manifestazione a La Valletta, la gente è scesa in piazza e alcuni hanno accerchiato la macchina del Ministro della Giustizia. C’è rabbia adesso. Il clima somiglia un po’ a quello delle monetine contro Craxi. Noi giornalisti eravamo arrivati a ricostruire un importante pezzo di verità sulla morte di Daphne ma la gente comune non era del tutto consapevole della gravità della situazione. Adesso, con l’arresto del più importante uomo d’affari del Paese, si rende conto che Daphne aveva messo le mani su informazioni delicate e fondamentali per denunciare la rete di corruzione. Lei era entrata in possesso di centinaia di mail che non aveva avuto il tempo di leggere, ci stava lavorando, l’hanno uccisa prima che potesse raccontarci il contenuto. Stava lavorando per la nostra democrazia, per renderla una democrazia compiuta”.

“L’arresto del possibile mandante dell’assassinio di Daphne Caruana Galizia rappresenta un successo per chi, nel mondo, ha continuato a reclamare verità e giustizia per la giornalista maltese. – ha detto il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Giuseppe Giulietti –  Ora più che mai , tuttavia, occorre continuare a dare voce ai suoi familiari, agli amici, a chi continua ad indagare per ‘Illuminare’ ogni oscurità e per svelare gli intrecci tra politica e affari e i paradisi fiscali, tanto ambiti anche dalla mafia di casa nostra. La Federazione della stampa chiederà a Corinne Vella, sorella di Daphne, ai suoi figli, a Emanuel Dalia e a Caterina Muscat di venire in Italia per promuovere una iniziativa tesa a rafforzare, ora più che mai, la scorta mediatica e la collaborazione tra la federazione della stampa e chi non si é mai rassegnato a lasciare campo libero a bugie, omissioni, collusioni”

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