Cosenza: bambino magrebino preso a calci per una carezza

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I social a volte riparano ciò che spesso veicolano in negativo. Senza l’allarme lanciato dai post di alcune persone che hanno assistito ad un fatto vergognoso, avremmo saputo poco o niente di una vicenda triste. Martedì scorso, intorno alle ore 19, a Cosenza,  tre fratellini nordafricani di dieci, otto e tre anni giocano in via Macallè, a pochi passi dal corso principale. Hanno appena acquistato un gelato dopo essere usciti dallo studio medico dove si trova la mamma. E’ stata proprio la madre a dirgli di uscire visto il protrarsi dell’attesa per la visita medica. Mentre sono in strada, secondo la ricostruzione fatta sui social da una testimone, il più piccolo di tre anni si avvicina ad un passeggino dove c’è un neonato, gli sorride e lo accarezza. A quel punto pare che il padre del neonato abbia prima strattonato i tre bambini magrebini e poi sferrato un calcio all’addome al più piccolo dei tre, facendolo rimbalzare all’indietro per diversi metri. Il piccolo è stato subito soccorso dai passanti, molti di loro hanno inveito contro l’uomo che subito si è dato alla fuga insieme alla propria compagna. Il bimbo di tre anni è stato immediatamente trasportato al pronto soccorso, fortunatamente le sue condizioni sono buone. Gli agenti della Questura di Cosenza, dopo aver acquisito le immagini delle telecamere della zona hanno individuato l’aggressore e la moglie: entrambi sono stati denunciati per lesioni personali aggravate.

Attendiamo che la Questura faccia piena luce su questo grave episodio di razzismo, ma non possiamo non evidenziare come tali vicende si ripetono nei confronti di persone immigrate ed integrate nel tessuto sociale delle nostre città. E’ fuor di dubbio che determinate campagne politiche, spesso portate aventi da uomini delle istituzioni ed amplificate attraverso i social da chi vuole creare una barriera d’odio nei confronti d’immigrati e rifugiati, contribuiscono ad  innescare reazioni simili nel cervello di chi ha pochi strumenti culturali per comprendere la gravità di certe frasi e parole lanciate come pietre. Per questo bisogna  contrastare sempre tali linguaggi e narrazioni e chiedere strumenti legislativi nuovi per sanzionare chi diffonde odio razziale, a qualunque associazione o schieramento politico appartenga, ed introdurre aggravanti per uomini e donne delle istituzioni che pronuncino discorsi di odio per generare paure nelle persone.

Intanto Radio Ciroma di Cosenza in un comunicato invita tutti ad “uscire dal virtuale”. “Rimanere ancorati solo all’indignazione che si esprime attraverso i social, non basta – scrivono i colleghi della storica realtà radiofonica calabrese – chiamare a raccolta la Cosenza solidale diventa urgente. Concordiamo insieme un momento di mobilitazione – concludono – riempiamo via Macallè di colori, seminiamo la cultura dell’integrazione, non facciamoci trascinare da questo pensiero intossicato”.

Articolo 21 aderirà a tale iniziativa e sarà sempre al fianco di associazioni e singoli cittadini che manifesteranno  contro qualsiasi atteggiamento razzista messo in opera da chi discrimina le persone in base al colore della pelle, credo politico, religioso o di genere.


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