Savoini, Alassio teme il danno di immagine. E’ di Laigueglia, sarà nato qui per caso

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Io non ero ancora da età della pensione, lui era un ragazzo più giovane di me. Ma Gianluca Savoini, giornalista oggi (suo malgrado) volto titolare di prime pagine, dossier, inchieste non era certo uno sprovveduto nemmeno da giovane cronista.

All’epoca (fine anni Ottanta) ero responsabile della redazione di Albenga de Il Secolo XIX. Lui iniziava a collaborare (Il Giornale con altre testate locali e no) e in qualche modo vantava già entrature e conoscenze. Onestamente molti colleghi (me compreso) un po’ sorridevano considerandolo un po’ un cacciaballe, uno che amava gonfiare un po’ il petto professionale in una realtà periferica, vivacissima e ricca di cronaca, ma pur sempre periferica. L’atteggiamento era lo stesso che vedete ora in qualche immagine o filmato. Nel “piccolo” della realtà locale si infilava sempre dappertutto, soprattutto in sede politica. Della cronaca classica non gli importava molto, ma del potere e della politica sì.

Diceva che sarebbe andato lontano e che la provincia era stretta per lui. E ha mantenuto la promessa perché è rapidamente decollato. Milano era la sua meta e Milano lo è stata. Di destra con tendenza all’estremizzazione senza mai nascondersi. E in qualche discussione i toni o le sue posizioni erano nette, senza esitazione. Era (all’epoca) un’altra Russia (Urss anche se declinante e comunque “socialista”) e immaginare Savoini uomo di collegamento ad alti livelli con i russi avrebbe fatto spanciare dalle risate. Invece Savoini ce l’ha fatta con i nuovi russi anche se in qualche caso figli di quella vecchia Urss. È sparito dai “radar” dei colleghi per ricomparire qualche anno dopo sulla piazza milanese e nell’orbita leghista. E ancora prima del caso Russopoli il suo nome e il suo volto hanno iniziato a comparire in immagini e notizie. “Ma dai è Savoini quello lì?”. E sì, proprio lui. La sua presenza ligure è stata abbastanza discreta in questi anni, il suo teatro preferito era Milano con altri orizzonti e grandi ambizioni.

Ma come accade a chi è colpito prima da improvvisa o imprevista notorietà poi da altrettanto imprevista e non gradità notorietà negativa, il Savoini chi? ha preso il largo. Dapprima con Salvini: un classico della politica. Poi il “Savoini chi” ha lasciato spazio a imbarazzate dichiarazioni perché foto e video rendevano ridicolo quel Savoini chi?

Diventando ingombrante nelle stanze del potere, ma anche nella baia di Alassio dove nei giorni scorsi il vicesindaco Galtieri (il sindaco titolare è sospeso in seguito a una condanna per la vicenda spese pazze alla Regione Liguria) ha affidato alla testata on line Ivg (Ilvostrogiornale) il suo imbarazzo e il suo dispetto per il danno di immagine che Savoini creerebbe appunto ad Alassio. Savoini appunto viene spesso indicato come “di Alassio”. In realtà è di Laigueglia, cittadina adiacente. E il vice sindaco non ha mancato di rimarcarlo. “Con Alassio non ha nulla da spartire. Potrebbe essere nato occasionalmente qui, ma è di Laigueglia”. La nascita occasionale ad Alassio specifica il sindaco è dovuta alla presenza sino agli anni Ottanta di un ospedale con il reparto di maternità. Ma per Alassio che ha già le sue rogne tra mareggiate, sindaco condannato e sospeso, ci mancava anche Savoini. “Non conosco Gianluca Savoini e neppure mi interessa conoscerlo – ha detto il vicesindaco-. Non abbiamo bisogno di pubblicità negativa. Vorrei si parlasse di Alassio per le sue bellezze e perché ancora città turistica a livello internazionale. Sono stizzito e il fatto che i giornali parlino di Savoini come alassino mi dà un grande fastidio”. C’entrano le grane giudiziarie? “Non entro nel merito di vicende giudiziarie – conclude – ritengo solo che sia giusto prendere le distanze”.

Insomma, con tutti i russi che soggiornano e spendono nella Riviera di Ponente e sulla vicina Costa Azzurra meglio evitare.


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