Premio Zavattini, il fascino della memoria condivisa: i finalisti 2019

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La terza edizione del premio Zavattini si è svolta a Roma, nella sala dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), che lo indice. L’evento è stato introdotto da Vincenzo Vita, presidente di AAMOD, il quale ha rilevato come Cesare Zavattini oggi non sia considerato come meriterebbe. “Sarebbe importante – ha detto Vita – che Zavattini arrivi ad avere una valorizzazione più forte presso la cultura ufficiale”. Ha poi spiegato come “l’archivio si prefigga un’alleanza culturale contro ogni sottomissione”, chiarendo come il premio abbia lo scopo di promuovere nuove figure professionali e condividere la conoscenza attraverso la memoria “perché senza conoscere il passato, nulla si capisce del presente”. Sono inoltre interventi Antonio Medici, direttore del Premio Zavattini; Giovanni Spagnoletti, professore di Storia e critica del cinema all’Università di Tor Vergata; il regista Ugo Adilardi; Susanna Nicchiarelli, vincitrice con il film “Nico” del premio Orizzonti alla 74ma mostra di Venezia e il David di Donatello per la migliore sceneggiatura originale 2018.

La giuria del Premio Zavattini, presieduta da Susanna Nicchiarelli e formata da Ugo Adilardi, Elisabetta Lodoli, Roland Sejko e Giovanni Spagnoletti, ha assegnato il riconoscimento ai seguenti progetti: “Anche gli uomini hanno fame” di Andrea Settembrini, Francesco Lorusso, Gabriele Licchelli.  “Supereroi senza superpoteri”di Beatrice Baldacci . “Domani chissà, forse” di Chiara Rigione. Susanna Nicchiarelli ha commentato: “Percorso impegnativo e articolato quello sviluppato dai dieci candidati con una passione e un entusiasmo davvero contagiosi. Abbiamo notato come gli incontri tutoriali con i docenti, nei vari moduli organizzati in questi mesi (significativa novità nell’ambito del Premio), abbiano prodotto sinergici e sostanziali maturazioni nello sviluppo della traccia verso la realizzazione del teaser”.

A queste opere in fieri sarà riservato un sostegno di carattere produttivo per realizzare, entro il mese di maggio 2019 l’intero filmato, riassunto nel breve video-teaser di presentazione. Inoltre, gli autori dei tre progetti vincitori riceveranno un riconoscimento di 2.000 euro ciascuno a lavoro terminato e i loro cortometraggi saranno proiettati in un evento pubblico. Una scelta non sempre facile dal momento che sono sette i restanti progetti, tutti reputati di buon livello. Ecco i titoli e gli autori: “Alùn” di Tiziano Locci; “Liquirizia romana” di Valentina Savi e Giulia Sbaffi; “Tracce di Rocco” di Marina Resta; “La Napoli di mio padre” di Alessia Bottone; “I suoni del tempo” di Jeissy Trompiz; “Questa notte finirà” di Ludovica Acampora e Monica Siclari; “Sync” di Giacomo Riillo e Gaia Siria Meloni.

Il tema dei progetti vincitori

“Anche gli uomini hanno fame” di Andrea Settembrini (Torino), Francesco Lorusso (Gagliano del Capo), Gabriele Licchelli (Torino) racconta da punti di vista diametralmente opposti, attraverso due personaggi, la migrazione negli anni Sessanta – settanta del Sud Italia, in particolare del Salento e della Puglia, verso Paesi come la Svizzera, il Belgio e il Nord Europa in generale.

“Supereroi senza superpoteri” di Beatrice Baldacci (Città di Castello) è un progetto nel quale l’autrice narra il suo stesso rapporto con la madre. Dalla sua infanzia fino all’oggi.
“Domani chissà, forse” di Chiara Rigione (Avellino) è una riflessione sul tempo e su ciò che gli sopravvive, in un perimetro in cui passato presente e futuro si fondono e confondono.

Il Premio Zavattini è promosso dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (di cui lo stesso Zavattini fu primo presidente), sostenuto dalla Siae e dal MiBACT (attraverso il bando “Sillumina”) e dalla Regione Lazio, è realizzato in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà e con la partecipazione della Cineteca Sarda, Deriva Film e Officina Vision


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