Riprende il 2 maggio il processo ai torturatori e assassini di Giulio Regeni. Nuovo appuntamento dunque in piazzale Clodio per la scorta mediatica alla famiglia del ricercatore ucciso in Egitto, come sempre negli ultimi otto anni. Come si sa, al dibattimento stanno emergendo i profili della ferocia e dell’orrore che hanno caratterizzato ma morte di Giulio.
Articolo 21 ci sarà pure questa volta insieme a una rappresentanza degli studenti del Liceo Tasso di Roma (il giorno della precedente udienza c’erano gli studenti del Liceo Tito Lucrezio Caro)
Nell’ultima udienza i medici legali, che il 6 febbraio del 2016 fecero l’autopsia del giovane ricercatore friulano, hanno detto che sul corpo di Giulio sono stati individuati i segni tipici delle torture praticate in Egitto: pugni, calci, bruciature, bastonate sui piedi e ammanettamento di polsi e caviglie. Il medico legale ha spiegato che sul corpo di Regeni sono state “riscontrate quasi tutte le torture descritte nella letteratura scientifica egiziana”. In particolare l’Egitto “negli anni ha pubblicato due lavori scientifici sulla tortura: uno su 140 casi di torture su persone, non uccise, prima arrestate e poi torturate nelle stazioni di polizia o carcere. Un secondo studio su 367 casi di torture avvenuti nel 2009-2010 in Egitto in cui vengono riportate moltissime modalità di tortura” ritrovate “anche sul corpo di Giulio come le bastonate sui piedi fino alla frattura di tutte le ossa”.
Nell’udienza di oggi saranno uditi i Ros dei Carabinieri e gli SCO, la polizia scientifica