Non sarà un “anno bellissimo”. Ue sbugiarda Conte sul Pil

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Manifestazione Cgil, Cisl, Uil una boccata di ossigeno. Landini: i navigator sono precari. Aderisce il Coordinamento per la democrazia. Disinformatija di “Cartabianca”

Di Alessandro Cardulli

Era largamente prevedibile che la Commissione Ue si apprestasse a rivedere al ribasso le stime di crescita dell’Italia per il 2019. L’annuncio ufficiale verrà dato giovedì ma la notizia diffusa dall’Ansa è certa. La crescita del Pil dovrebbe essere rivista a +0,2%, rispetto all’1% definito dal governo in manovra. Il 2019 non sarà un “anno bellissimo” come stanno dicendo Conte e con lui i due vicepremier, seguiti dal coro di ministri, sottosegretari, economisti fasulli, che occupano radio e televisioni addomesticate, tengono conferenze stampa ma chiudono i battenti e non rispondono alle domande. Se ne vanno. A volte resta il ministro Tria che non si accorge che i suoi colleghi hanno battuto in ritirata e ci vuole qualche “collaboratore” che lo sottragga ai giornalisti che, peraltro, non fanno niente di niente, non protestano perché le loro domande, quando ne fanno, non hanno risposte. Per non dire delle domande “concordate”, condizione per partecipare ai dibattiti, si fa per dire. È patetico il premier Conte quando parla di un anno “bellissimo”. Con lui i due vice, ministri e sottosegretari i quali si esibiscono in tv annunciando trionfanti che la bufera è passata. Ci  credono, o fanno finta, solo loro e  chi conduce i dibattiti televisivi, si fa per dire, dove, da qualche tempo non sono ospitati sindacati. Esemplare, in senso negativo, “CartaBianca”, condotta il martedì da Bianca Berlinguer di cui parleremo in seguito. Per ora sottolineiamo che a tre giorni della manifestazione Cgil, Cisl, Uil che si svolgerà  sabato a Roma, piazza San Giovanni, alle centrali sindacali stanno arrivando notizie da ogni parte d’Italia che annunciano una grande partecipazione. Giovedì in una conferenza stampa che si svolgerà nella sede della Uil i segretari di Cgil, Cisl, Uil daranno  il quadro della situazione, della mobilitazione in atto in tutta Italia, in tutte le sedi sindacali.

I numeri della crisi. Il Fondo monetario: possibile “stress acuto”

Torniamo ai numeri  della crisi.  A novembre la Commissione stimava il Pil a 1,2% e il governo aveva indicato 1,5% nella bozza di finanziaria. Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio l’aumento potrebbe essere dello 0,4% nel 2019 mentre salirà allo 0,8 % nel 2020. Stima che non incorpora l’attivazione della clausola Iva: “Sulle previsioni – scrive l’Upb – pesano rischi al ribasso. Al rialzo invece va lo spread tornato sopra quota 260”. Il Fondo monetario internazionale parla di “crescita rallentata”,  di possibile “stress acuto”, potrebbe esserci “un contagio globale e significativo con i mercati globali spinti in un territorio inesplorato”. Per il 2019 il Fondo monetario vede un Pil a +0,6% e nell’alto debito “una perenne fonte di debolezza”. Questo è lo stato delle cose. Del resto, malgrado i media, telegiornali  in particolare, che hanno pressoché ignorato le due audizioni, in Commissione Lavoro del Senato, i sindacati, le associazioni sociali, Upb, la Corte dei Conti, Inps, Regioni, Enti locali, l’Associazione per il lavoro attivo hanno tratteggiato una situazione a dir poco allarmante. Reddito di cittadinanza e quota cento sono usciti  malconci dalla partita giocata in Parlamento. Altro che “Bellissimo 2019”. Torniamo ai numeri. Quelli forniti dall’Ufficio parlamentare di Bilancio secondo cui il Pil aumenterà nel 2019 dello 0,4% mentre nel 2020 salirà dello 0,8 per cento, stima che non incorpora l’attivazione delle clausole Iva. “Sulle previsioni – puntualizza però l’Upb – pesano rischi al ribasso”. Già, i rischi. Il primo e il più grave riguarda propria l’Iva, l’aumento potrebbe essere indispensabile. Un botto da miliardi.

Iniziative in tutta Italia, mobilitazione crescente per la manifestazione di Roma

In questo quadro cupo, un panorama pieno di nuvole che annunciano temporali, si colloca la manifestazione Cgil, Cisl, Cisl, una boccata di ossigeno di cui l’Italia ha bisogno. Tante le iniziative che si sono svolte in tutta Italia. Manifestazioni, dibattiti, assemblee, una mobilitazione crescente, portano in piazza i problemi del Paese, quelli veri. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, interviene ad una assemblea con i lavoratori dell’azienda La Perla di Bologna: affronta il tema dei “navigator”, quelli che nei centri dell’impiego dovrebbero aiutare i disoccupati a trovare un lavoro. Se questa nuova figura non fosse prevista nel decretone si dovrebbe parlare di un perfido scherzo. Dice Landini: “Li chiamano ‘navigator’, ma in italiano sono altri lavoratori precari che dovrebbero lavorare per dare lavoro stabile agli altri. È una contraddizione in termini”. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza: “Un provvedimento ibrido – afferma il segretario generale della Cgil – che mescola la lotta alla povertà e le politiche per il lavoro, rischiando di fare male la prima e di non fare bene le seconde. Non a caso, Cgil, Cisl e Uil in audizione in Senato hanno illustrato le proprie proposte e come, secondo noi, dovrebbe essere migliorato e cambiato quel provvedimento. Combattere la povertà è assolutamente necessario e giusto, chiedevamo da tempo di metterci risorse. Ma – prosegue – il Reddito di inclusione (Rei) che c’era prima si poteva migliorare e allargare, senza bisogno di inventarsi un nuovo strumento. Ora c’è una serie di contraddizioni sul provvedimento: che tipo di platea viene fuori, oppure il rischio che le famiglie numerose siano penalizzate. Ma soprattutto troviamo un po’ contraddittoria quest’idea per cui la povertà la si combatte semplicemente dando un lavoro. Anche lavorando molte volte si è poveri, come abbiamo visto”. Per questo, conclude Landini, “sarebbe stato importante mantenere un ruolo attivo dei Comuni nel territorio, e non confondere la lotta alla povertà alla necessità di creare lavoro: la riforma dei Centri per l’impiego la realizzano facendo assunzioni precarie, e questo non mi sembra un bel messaggio”.

CartaBianca “dimentica”  i sindacati e la manifestazione Cgil, Cisl, Uil

Veniamo così a “CartaBianca”.  Abbiamo visto solo il dibattito in studio e c’è bastato. C’erano un economista cui mancava solo un giubbotto gialloverde, Antonio Rinaldi, convinto assertore dell’anno bellissimo marca Conte, un sottosegretario, Siri, leghista, che non aveva il minimo dubbio sul decretone, ci mancherebbe, poi il  De Masi, che ogni tanto viene recuperato a  sostegno dei gialloverdi, un sociologo non manca mai e, poveretto in simile compagnia, Gianni Cuperlo, sinistra del Pd, ammesso che ci sia una sinistra. Non entriamo  nel merito delle cose dette perché fanno venire i brividi. I tre, diciamo governisti non avevano dubbi sul successo delle politiche gialloverdi. Impossibile il dialogo, Bianca Berlinguer, a tre giorni dalla manifestazione Cgil, Cisl, Uil, dopo due audizioni in Senato, ha dimenticato, mettiamola così, di invitare un sindacalista. Magari avrebbe esposto giudizio e valutazioni diverse sul decretone e avrebbe annunciato la manifestazione visto che “bianchina” come la chiama l’ospite fisso, Corona (non si sa perché, ndr) se ne è dimenticata. A dir la verità anche Cuperlo ha dimenticato che sabato a Roma ci sarà una grande manifestazione promossa da Cgil, Cisl, Uil.

A rischio tratti essenziali della democrazia rappresentativa

Fra  le tante adesioni alla manifestazione diamo conto di quella arrivata dal Coordinamento per la democrazia costituzionale protagonista, fra le altre, della battaglia vinta nel referendum del  4 dicembre 2016, a firma di Massimo Villone, Alfiero Grandi, Silvia Manderino, Mauro Beschi, Domenico Gallo. Di seguito il testo. “La manifestazione del 9 febbraio contro la politica economica del governo segue alla chiusura della vicenda congressuale CGIL, che ha trovato una soluzione positiva e unitaria con un forte segnale di rinnovata vitalità. È un appuntamento di primaria importanza in un momento difficile della vita del paese. Si è gravemente indebolita, tra le forze politiche, la sensibilità per la tutela dei valori costituzionali, dell’eguaglianza, dell’equità sociale, della centralità del lavoro e dei diritti fondamentali. Anche se non è ripreso il tentativo di grandi riforme stravolgenti come quella battuta nel voto popolare del 4 dicembre 2016, non mancano preoccupazioni per le proposte di revisione messe in campo, che pure potrebbero indebolire tratti essenziali della democrazia rappresentativa.

Ancor più preoccupa il tentativo di giungere a forme esasperate di regionalismo differenziato. È a rischio la stessa unità della Repubblica, che non può prescindere da una fondamentale parità nei diritti di cittadinanza. Ci auguriamo che il sindacato sia in prima linea contro gli egoismi territoriali, che possono alla fine solo indebolire la capacità di difendere i diritti dei lavoratori. L’obiettivo di una piena attuazione della prima parte della Costituzione in tutto il paese è un tratto genetico essenziale per il sindacato, che rimane un soggetto necessariamente e genuinamente nazionale.

Nell’augurare il pieno successo della manifestazione del 9 febbraio a cui saremo presenti, esprimiamo l’auspicio che anche dopo tale appuntamento sia possibile contare sul sindacato per la difesa dei valori costituzionali, dell’eguaglianza, dei diritti, con un rinnovato protagonismo politico dei lavoratori di cui c’è assoluto bisogno”.

Da jobsnews


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