Appello di Askanews: categoria sì mobiliti per scongiurare nostra voce venga spenta

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I giornalisti di Askanews sono di nuovo stretti tra due fuochi: da una parte la politica e gli strascichi dei bandi del Dipartimento Editoria, dall’altra l’editore Luigi Abete. Dopo anni di solidarietà e cassa integrazione, fino al 50%, adesso l’agenzia va verso un futuro ancora più incerto: il Cda ha deciso di procedere con il concordato preventivo, un’ipoteca sulla vita di askanews contro cui i giornalisti hanno lottato e stanno lottando.
E se questo non bastasse l’editore, che non accetta di riallacciare i rapporti con il Dipartimento per recuperare i fondi di un contenzioso aperto, minaccia anche 27 esuberi. Una richiesta che, come è emerso ieri al tavolo Fieg, non è trattabile, in spregio del confronto sindacale e del ruolo della controparte.
I lavoratori, responsabilmente, stanno cercando di fare, anche questa volta, la loro parte pure nel dialogo con le istituzioni. Tentando il possibile per salvare l’agenzia di stampa, nonostante gli stipendi non pagati e i sacrifici già fatti.
Ma Askanews potrebbe essere soltanto la prima delle agenzie di stampa a trovarsi in questa morsa: tagli ai fondi per l’editoria, una visione sempre più strumentale del servizio, con bandi di gara che trattano le notizie come risme di carta e procedure lunghe e farraginose con imprenditori che non fanno il loro dovere. La categoria si mobiliti per evitare che una voce dell’informazione primaria venga spenta.


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