Sindaci scomodi e anonimi infami

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Dall’ordinanza di custodia catutelare

“…Conferma del fatto che le informazioni così acquisite dal Marco De Angelis (poliziotto coinvolto nell’inchiesta Montante, ndr) fossero poi comunicate al Diego Di Simone (capo ella Security di Confindustria, ndr) e pervenissero, per suo tramite, al Montante che ne era il destinatario finale, si trae in particolare dalle conversazioni captate dal 18 al 22 luglio 2016 e segnatamente dal dialogo intercorso tra il Montante ed il Di Simone alle ore 10.41 del 18/7/2016 nel corso del quale il primo, oltre a rammentare al suo interlocutore che vi erano anche “quelle cose del profilo di facebook di quella persona da approfondire…..di capire un po’ di cose e…”., forniva allo stesso un numero di telefono, dicendogli che era un numero vecchio, che forse era sbagliato, e che bisognava verificare a chi si apparteneva..
..il Graceffa interrogava la Banca dati sul nominativo di Petrotto Salvatore (ex sindaco di Racalmuto, il paese di Leonardo Sciascia in provincia di Agrigento ndr).
..Non vi è dubbio a questa stregua che l’interrogazione sia stata effettuata su richiesta del Di Simone, il quale ha ricevuto in tal senso un input dal Montante.
La sussistenza di un personale interesse del Montante alla acquisizione di informazioni sul conto del Petrotto è dimostrata dalla documentazione acquisita in esito alla perquisizione eseguita nella di lui abitazione che ha portato al rinvenimento, tra l’altro, di una carpetta contenente la stampa di alcuni commenti pubblicati dal Petrotto nel corso dell’anno 2015 sul proprio profilo Facebook fortemente critici nei confronti del Montante, in uno dei quali si sottolineava che il codice etico di Confindustria prevede le dimissioni di ogni imprenditore sotto inchiesta per gravi reati e ci si chiedeva se tale codice valesse per tutti gli imprenditori, ma non per il Presidente, dal momento che il Montante non si era affatto dimesso, benché indagato per mafia.
Del pari comprovato è da ritenersi, a questa stregua, in assenza di elementi che dimostrano l’esistenza di rapporti diretti tra il Di Simone ed il Petrotto, che gli accertamenti allo SDI sul conto di quest’ultimo sono stati operati nell’interesse del Montante al quale sono stati riversati i relativi esiti.
..Dalla medesima finalità — l’esigenza del Montante di acquisire i dati relativi ai pregiudizi penali e giudiziari ed altre informazioni riservate sul conto di soggetti che, per ragioni diverse, erano entrati in conflitto con la sua persona per poterli all’occorrenza utilizzare per attività di dossieraggio in loro danno – sono connotate anche le interrogazioni della Banca Dati effettuate dal Graceffa sui nominativi di

Di Vincenzo Pietro  in data 31/3/2010 e 14/3/2011

Tullio Giarratano in data 20/4/2010, 25/4/2010

Umberto Cortese in data 18/1/2010 e 20/4/2010 e 25/4/2010,

Salvatore lacuzzo in data 8/3/2010 e 15/3/2010

…Sono, infatti, i principali esponenti del precedente sistema di potere che governava Confindustria al quale il Montante ha inteso sostituirsi, fregiandosi di avere awiato un “nuovo corso” improntato ad una svolta legalitaria che , alla luce dei fatti, si è rivelata di mera apparenza.
Di Vincenzo Pietro ha ricoperto, infatti, la carica di Presidente di Assindustria di Caltanissetta dal 1999, sostituito nel 2005 proprio dal Montante, Tullio Giarratano è stato direttore della locale Confindustria sotto la gestione proprio del Di Vincenzo, Umberto Cortese e Salvatore lacuzzo sono stati rispettivamente Presidente e direttore del Consorzio ASI di Caltanissetta nello stesso periodo (lo lacuzzo dalla fine deI 1998 al 30 settembre 2007, il Cortese fino al 2006).
Trattasi di soggetti quindi sicuramente facenti parte del circuito relazionale del Montante, per i quali non può neppure lontanamente immaginarsi l’esistenza di un interesse personale del Graceffa medesimo ad acquisire informazioni riservate sul loro conto mediante accesso alla Banca Dati dello SDI.
Del resto, quella che qui si sta esaminando sembra essere una categoria, per così dire, “aperta” poiché emerge la tendenza del MONTANTE ad identificare coloro che di volta in volta sono irrimediabilmente entrati in rotta di collisione con la sua persona come soggetti in qualche modo legati al DI VINCENZO e più in generale alla “mafia” e, con tutta franchezza, stupisce il facile utilizzo di una simile etichetta senza che il più delle volte sia dato registrare un qualche elemento che consenta di ritenerlo in qualche maniera fondato.
..Si è giù accenato e meglio si dirà, poi, nel prosieguo come il MONTANTE avesse anche dato mandato ai soggetti allo stesso strettamente legati di registrare eventuali conversazioni telefoniche che avessero intrattenuto con lo stesso. Non da ultimo, va debitamente segnalata altra “singolare” coincidenza rilevabile in merito all’accesso abusivo in banca dati S.D.I. eseguito sul conto del BOLZONI e che, peraltro, ulteriormente accomuna lo stesso BOLZONI al CASAGNI (giornalista, ndr).
Come diffusamente si argomenterà nel prosieguo, in data 18 marzo 2015 era giunto nella sede di Caltanissetta di Confindustria Centro Sicilia un esposto anonimo, contenuto in una busta con timbro postale del 17.03.2015, con il quale si indicava il CASAGNI come “uomo vicino alla mafia nissena e in particolare a Di Vincenzo Piero, Tullio Giarratano, Umberto Cortese, Ivan Rando e Michele Tornatore, tutti associati e vicini alla famiglia Madonia unico filo conduttore e altri”.
Ebbene, tra i documenti sequestrati al MONTANTE è stato rinvenuto altro esposto anonimo indirizzato “ai Dirigenti di Confindustria Sicilia”, recapitato in busta con timbro postale del 5 novembre 2015, secondo il quale il BOLZONI farebbe parte di un gruppo di persone che avrebbe come “strategia e mandato preciso … di portarvi all’isolamento…e fermare I’opera di legalità che avere intrapreso”; pertanto lo stesso Bolzoni “non va in giro come giornalista ma come affiliato alla mafia”
Di tale gruppo sarebbe registi “Genchi” e “Di Vincenzo” ( il primo avvocato e il secondo imprenditore, ndr) e ne farebbero parte anche “Cicero” e “Venturi” (tutti e due esti chiave dell’inchiesta Montane, ndr)..”.

da mafie 


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