REFERENDUM 8 E 9 GIUGNO. NOI ANDIAMO A VOTARE

Genova. I 43 morti, i tanti feriti e quel ponte “sbagliato”

0 0

Rancore più che pietà, vendetta più che giustizia. L’immane tragedia di Genova ha innescato questi sentimenti in un’opinione pubblica stanca ed avvelenata. I 43 morti, i tanti feriti e quel ponte “sbagliato” che crolla assieme a tante certezze, avrebbero forse avuto bisogno di raccoglimento, riflessione e rispetto, ma i tempi -nell’era dei social media- sono accelerati e sommari e quindi bisogna indicare subito un nemico da abbattere, dare l’illusione che tutto sia comprensibile immediatamente e che al più presto i responsabili saranno puniti. L’opinione pubblica, non solo chi è stato sconvolto dai lutti, ritiene i rituali delle indagini e della giustizia troppo lenti, quasi “disumani”. Ecco, allora, che chi rappresenta lo stato sovverte le regole, accelera le conclusioni, emana sentenze e rinforza il suo consenso, già molto alto.

Applausi e fischi in chiesa –paradossalmente- consolidano il rapporto tra stato ed “antistato”. Applausi alla figura dolente e rassicurante del presidente Mattarella, ai vigili del fuoco e a tutti i generosi soccorritori, addirittura all’iman che ricorda il morto mussulmano. Applausi soprattutto a Di Maio e Salvini, i “vendicatori” che promettono giustizia immediata, forse sommaria. Fischi agli esponenti del Pd, che ormai, nell’immaginario collettivo, sono diventati colpevoli di tutto e di più, complici di tutti i “poteri forti”. E poi ci sono i colpevoli probabili e perfetti, la famiglia Benetton, azionista di riferimento di Autostrade per l’Italia, responsabile per contratto milionario –in parte, chissà perché, secretato- del ponte che poi è crollato. I Benetton –indifendibili- sono troppo perfetti, belli, cosmopoliti, illuminati e soprattutto troppo ricchi con i soldi dei pedaggi che gli italiani (e non solo) pagano profumatamente per viaggiare in autostrada.

Eppure, quel ponte, che è stato orgoglio dell’ingegneria italiana negli anni Sessanta, veniva monitorato e riparato in continuazione, probabilmente perché era “sbagliato”, come aveva detto chiaramente un ingegnere qualche anno fa, e –come se non bastasse- sopportava da anni un traffico quattro volte superiore per quello che era stato progettato. Ma un comico famoso genovese aveva detto che questa era una “favoletta” e che sarebbe durato altri 100 anni. Gli italiani hanno creduto al comico invece che all’ingegnere, e così non si è fatta la variante, detta la “Gorla”, che avrebbe potuto alleggerire il traffico e forse permettere il rifacimento del ponte. E adesso applaudono quel pezzo di “antistato” che –con un consenso senza eguali- è diventato stato. Del resto, la diffidenza degli italiani per lo stato è antica e motivata. Salvo momenti epici e tragici, come il Risorgimento e la Resistenza, sono stati presi a cannonate (1898) quando protestavano per i loro diritti, sono stati trascinati in una guerra senza speranza e senza risorse dal fascismo, e poi, nel corso della lotta al terrorismo, troppe volte abbiamo avuto il sospetto che le stragi fossero “di stato”, visto che i mandanti di questo lungo fiume di sangue sono ancora ignoti e a malapena conosciamo gli esecutori.

E poi c’è la burocrazia, che si inventa una “antilingua”, come l’aveva chiamata Calvino, per confondere e irretire i suoi “sudditi”. Dentro di noi abbiamo ancora la metastasi dell’ “antistato”, che si chiama mafia, camorra ‘ndrangheta; è “antistato” chi si “difende” dalle tasse, che servono a pagare la scuola, la sanità e le forze dell’ordine, con livelli di evasione fiscale spaventosa; è “antistato” chi si affida alle scorciatoie della corruzione, che demoliscono regole e meritocrazia.

Ma adesso, finalmente, le cose cambieranno e puniremo subito i colpevoli. Eppure quegli applausi, quei fischi e soprattutto quei “selfi” davanti alle bare, mi sembrano vagamente blasfemi, ma devo pensarlo sottovoce.

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.