Il frate e il fuoriclasse, quel polacco con il saio che confessa i ciclisti mentre corre in bici.

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Il frate e il fuoriclasse, quel polacco con il saio che confessa i ciclisti mentre corre in bici. 

Credit Foto – lastampa.it

Gli è capitato anche di confessare, strada facendo, un paio di cicloamatori conosciuti nelle tante uscite per gli allenamenti, piacevolmente sorpresi d’incontrare un religioso con la loro stessa passione, al punto di approfittarne per liberarsi di pesi interiori. Perché per padre Krzysztof Smola, francescano polacco trapiantato in Liguria, Cristoforo per tutti, si può assolvere alla missione evangelica anche pedalando e sudando, su e giù lungo i tormentati percorsi della Riviera dei fiori, la sua seconda patria. Sanremo in particolare, dove è arrivato nel 2001, subito dopo l’ordinazione sacerdotale a Cracovia, per poi trasferirsi nel 2007 prima a La Spezia e successivamente a Pietra Ligure, tornando però qui nel 2012.

Voglia di competizione

Siccome prende tutto con grande serietà e impegno, a un certo punto il frate ciclista ha deciso che non poteva bastargli cimentarsi in qualche gara locale: voleva di più. E l’ha ottenuto, qualificandosi per l’appuntamento top a livello amatoriale, l’Uci Gran fondo World championship 2018, in calendario dal 29 agosto al 2 settembre prossimi a Varese.

Si misurerà con cicloamatori di tutto il mondo nella categoria 40-44 anni (ne compirà 43 fra pochi giorni). «Mi sono qualificato partecipando, ad aprile, alla Gran fondo di Saint Tropez, 164 km con 2600 metri di dislivello – spiega padre Cristoforo, superiore della fraternità e viceparroco della chiesa Nostra Signora della Mercede nel rione San Martino, governata da francescani polacchi -. Poi ho voluto rimettermi alla prova, nella Gran fondo internazionale di Laigueglia, classificandomi 118° su circa 1300 partecipanti. Mi sono detto: se sono capace di lasciarmene alle spalle 1200, allora posso davvero competere».

L’incontro iridato

Si è applicato al massimo, nelle ore libere da messe e impegni parrocchiali, ma il «quid» che gli mancava l’ha aggiunto un ex gregario di campioni, Sylwester (Silvestro) Szmyd, polacco come lui, amico di Peter Sagan, tre volte campione del mondo dei professionisti, di cui segue da vicino la preparazione. «L’ho conosciuto nel 2017 all’arrivo della Milano-Sanremo e sei mesi fa gli ho chiesto di occuparsi anche di me (Szmyd ora vive in Costa Azzurra, a Beausoleil) – racconta -. Il primo consiglio che mi ha dato è stato quello di lavorare anche con la testa, oltre che con le gambe. Grazie a lui mi capita a volte di allenarmi con Sagan. Facciamo anche lunghe chiacchierate».

Il francescano cicloamatore venuto dalla Polonia e l’asso del pedale slovacco, che ha preso residenza nel vicino Principato di Monaco: chi l’avrebbe mai detto? «Lo sport fa parte della mia vita – sottolinea Fra Cristoforo -. Fino a sei anni fa giocavo a calcio nei campetti, dopo aver militato in gioventù in diverse squadre polacche. Sono anche appassionato di sci. Poi, ho scoperto l’amore per la bicicletta, grazie a una famiglia di Pietra Ligure che mi ha prestato quella vecchia da corsa appartenuta al padre defunto. Pesava ben diciotto chili ed era un po’ grande per me, ma mi sono adattato e ho iniziato a pedalare con regolarità. Abbiamo pure fatto il pellegrinaggio a Lourdes in bici; poi ad Assisi, anche partendo da Sanremo. Cambiando bicicletta (ora ne possiede una in fibra di carbonio, Ndr) è cresciuta la voglia di competitività».

Le parole del Papa

E così è entrato a far parte dell’Asd Ciclistica Ospedaletti Bicisport. «Mi chiamano “don” e in mia presenza niente bestemmie o parolacce – dice sorridendo -. Applico l’incitamento di Papa Francesco, che ci invita a uscire da parrocchie e conventi per portare la parola di Dio in mezzo alla gente. Il Signore si serve di me anche attraverso la passione per la bicicletta».

Via il saio appena può, per indossare abbigliamento tecnico e macinare chilometri su chilometri. E se il Fra Cristoforo del Manzoni fa fuggire Renzo e Lucia ne «I promessi sposi», lui sogna la sua di fuga… Ma solo per la vittoria (Gianni Micaletto, La Stampa).

Da sanfrancesco
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