“Mai più schiavi”

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Biram Dah Abeid  racconta la storia della sua famiglia, il suo personale contatto con il fenomeno della schiavitù in Mauritania. E cattura la platea, che in silenzio comincia a comprendere che gli schiavi così come li abbiamo letti nei romanzi e visti nei film esistono ed esistono adesso, nel 2018,  in Africa. Esseri umani che in realtà non si vedono, non possono essere registrati all’Anagrafe, non possono andare a scuola, non hanno da mangiare, devono solo lavorare e se sono donne devono “produrre” bambini perché poi questi siano altri schiavi e la catena non si interrompa.

L’appuntamento in Federazione Nazionale della stampa per la presentazione del libro “Mai più schiavitù” della giornalista Maria Tatsos (Edizioni Paoline) è molto più che una dissertazione intorno ad un saggio di sociologia e storia contemporanea; è il focus su un uomo, Biram Dah Abeid appunto, che ha saputo illuminare il gap umano, politico e soprattutto culturale di un Paese, la Mauritania, che pur avendo formalmente abolito la schiavitù nel 1981, ancora la pratica in modo diffuso al punto che non si può neppure quantificare il numero dei cittadini schiavi. Maria Tatsos è riuscita in questo libro a narrare la storia di un uomo ribelle che crede nella lotta pacifica per l’affermazione dei diritti civili; e descrivendo lui ci ha restituito il cammino difficile di un’intera nazione verso l’emancipazione, l’uguaglianza, la democrazia.

Alla presentazione del libro hanno partecipato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty che ha curato la prefazione, Giuseppe Maimone,  ricercatore per il Centro Studi  sul mondo islamico contemporaneo e l’Africa, Romano Cappelletto delle Edizioni Paoline, l’autrice Maria Tatsos eil protagonista, Biram, paragonato a Nelson Mandela e a Malcom X anche se le modalità della sua lotta “pacifica” lo avvicinano a Ghandi. Lui, però, nell’ultima parte dell’intervento si è definito come un uomo, un intellettuale, che guarda alle scelte e alle idee di Antonio Gramsci e di Pierpaolo Pasolini, di Primo Levi e Marco Pannella, mostrando così di aver mutuato molto da illustri politici e intellettuali italiani che hanno fatto della battaglia per i diritti civili il motivo fondante della loro esistenza, lasciando anche per questo tracce indelebili nella Storia del nostro Paese, cui Biram Dah Abeid ha detto di guardare con grande interesse. Il  libro “Mai più schiavi” va letto per tante ragioni. La prima è certamente la conoscenza. Quanti sanno dove si trova la Mauritania e chi la governa? Chi “sospettava” che esiste lì una forma di schiavitù socialmente accettata, anzi codificata, nonostante sia intervenuta la formale abolizione?

L’impegno di Biram ha fatto sì che in questi ultimi anni si sia fatta spazio una maggiore coscienza del problema nel suo Paese e soprattutto la cognizione di causa degli schiavi stessi che lentamente cominciano a pensare che il riscatto sia possibile, ipotizzabile anche se non a portata di mano. Per questo suo impegno Biram ha avuto numerosi riconoscimenti internazionali: nel 2014 il Premio Echos of Africa che ha preceduto la candidatura, in quello stesso anno, al Nobel per la Pace; nel 2015 il Premio Tulipano dei Paesi Bassi  per i diritti umani, nel 2016 il Premio Lawson e il Premio degli Eroi  contro la schiavitù e la tratta degli esseri umani . La sua azione più eclatante è quella condotta con l’associazione Ira Mauritanie (movimento da lui fondato) nel 2012: il rogo dei libri sacri che legittimavano la schiavitù.

I fatti di quel pomeriggio del 27 aprile 2012 vengono narrati con lucida professionalità da Maria Tatsos nella consapevolezza che dopo quel giorno nulla è stato più come prima; leggere quelle righe costringe a vedere in faccia la realtà della schiavitù  in Mauritania. “Credo in questa battaglia e credo che dobbiamo combatterla tutti insieme e che quindi ce la faremo”, ha detto Biram Dah Abeid  prima dell’ultimo applauso nella saletta Fnsi. Poi tutti fuori, per continuare a combattere e a presentare questo libro nelle scuole, nei circoli culturali e ovunque ci sia bisogno di conoscere cos’è oggi la schiavitù degli esseri umani.

“Mai più schiavi”  – Maria Tatsos – Edizioni Paoline 2018


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