“Welcome to the revolution”. Il ‘risveglio’ dei giovani americani (contro le armi) dopo anni di apatia

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“Welcome to the revolution”, benvenuti nella rivoluzione. Lo slogan gridato dal palco alle centinaia di migliaia di giovani accorsi a Washington e’ tanto forte quanto illusorio.
Tante volte migliaia di persone hanno marciato nella capitale (basti pensare alle oceaniche marce degli afroamericani) e l’entusiasmo delle piazze si e’ poi dissolto nel tempo senza risultati concreti. La lobby della NRA che difende gli interessi dei produttori di armi, ha strumenti ben più’ potenti degli slogan urlati: controlla i finanziamenti dei candidati e quando si voterà’ per le elezioni di mid term avra’ ben presente chi appoggiare e chi no. Allora, tutto inutile? Non proprio. Il New York Times scrive di un “risveglio’ dei giovani americani dopo anni di apatia.
La rivolta degli anni 60 contro la guerra del Vietnam scaturiva anche dal fatto che la leva era obbligatoria e un giovane poteva trovarsi di fronte alla possibilità di rischiare la vita combattendo in Indocina per un guerra a lui estranea. Da allora, abolita la leva obbligatoria, a rischiare la vita in uniforme sono solo soldati professionali reclutati per lo più’ fra le classi piu’ disagiate, gli ispanici gli afro americani e moltissimi nuovi immigrati che conquistano grazie alla divisa l’agognata cittadinanza. Ma ora di anno in anno anche i giovani privilegiati che possono studiare nelle costose università’ americane rischiano di morire con una pallottola in fronte.e a spararla non e’ un vietcong ne’ un terrorista islamico ma un compagno di classe depresso che puo’ facilmente procurarsi un’arma automatica.
Ecco allora il risveglio: provocato da un insopprimibile istinto di sopravvivenza puo’ pero’andare molto oltre. Sul nyt B. Karp e C. Boheming mettono in evidenza come esista ancora una legge che impedisce qualsiasi causa di responsabilità’ nei confronti dell’industria delle armi. Negli anni 70 le morti causate da fumo erano superiori a quelle causate da arma da fuoco. La tendenza si è invertita anche grazie alle pesanti cause civili intentate dai familiari delle vittime da morti causate dall’industria del tabacco. Quelle sentenze hanno contribuito a rafforzare le leggi a difesa della salute accettate dall’industria del tabacco per evitare nuove cause risarcitorie. Cause che sono però attualmente impossibili nei confronti della industria delle armi. È soltanto uno dei molti esempi della legislazione che protegge l’industria delle armi. La strada per modificare questo insieme di leggi è molto lunga ma qualcosa si sta muovendo a dimostrazione di come sia complesso il quadro sociale politico degli stati uniti in un momento di grandi trasformazioni. Forse i giovani che hanno manifestato così numerosi nelle strade americane hanno in qualche modo risposto all’appello lanciato dal Papa nella domenica delle palme : “se vogliono farvi tacere voi gridate”.


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