Da Livorno a Bologna. Morire per un pezzo di pane

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Lorenzo Mazzoni e Nunzio Viola a Livorno, Carmine Cerullo a Bologna. Tre morti sul lavoro in 24 ore fanno comprendere come in questo Paese ci sia ancora tanto da fare per favorire politiche di sicurezza e non banalizzare, o peggio derubricare, ciò che accade.
E’ uno stillicidio quotidiano, una vera e propria mattanza, di lavoratori che non tornano a casa dai loro cari o che si ritrovano permanentemente invalidi. 
Nel 2018 tutto questo è inconcepibile, dovremmo prendere atto che ultimamente i lavoratori hanno sempre più carico di lavoro e sempre meno soldi, diritti e sicurezza.
Lorenzo aveva soltanto 25 anni, Nunzio e Carmine appena 50, tutti avevano una vita davanti e lavoravano con impegno e dignità.
Condividiamone il ricordo, ma pretendiamo formazione e attenzione. Non possiamo continuare ad essere un Paese che si indigna nel momento vivo della sofferenza e poi, purtroppo, favorisce incuria, lassismo, mancanza di attenzione, mancanza di formazione e sottovalutazione dei pericoli.


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